Bimbi brutalizzati per diventare atleti perfetti

Nel medagliere olimpico di quest’anno la Cina già primeggia: 17 medaglie conquistate fino ad ora, di cui ben 9 d’oro e 5 nel nuoto. La nuotatrice Ye Shiwen è salita sul gradino più alto del podio nella finale dei 400 metri misti stabilendo il nuovo record mondiale col tempo di 4:28.43. Figura quasi mascolina, spalle larghe, cosce potenti e arrotondate, l’atleta ha solo 16 anni, eppure ha dietro di sé una carriera d’eccezione: oro ai Mondiali di Shanghai 2011, 2 ori ai Giochi Asiatici del 2010. La sua collezione si è arricchita a Londra, dove ha conquistato un altro oro con facilità, come se la giovane fosse stata programmata per quel traguardo, come se ce l’avesse scritto nel DNA, anzi, come se gliel’avessero scritto a forza. Sì, perché in effetti il regime comunista cinese a partire dagli anni ‘80 ha iniziato la sua opera di perfezionamento della sua squadra di atleti: per porre fine alle perenni umiliazioni della nazione nell’ambito sportivo, il governo decise che era giunto il momento di formare in modo impeccabile le sue future generazioni di ginnasti e nuotatori. I bambini dotati di particolari doti fisiche o spiccate potenzialità venivano, e vengono, prelevati dalle loro case e costretti ad allenamenti durissimi. La stessa Ye fu scelta per il suo fisico insolitamente maschile, con mani grandi e arti lunghi, e fu portata via da casa a soli 7 anni. Il suo sogno era diventare una nuotatrice e ci è riuscita, ma i sacrifici, le rinunce e gli allenamenti sono stati quasi disumani. I pochi osservatori occidentali che hanno avuto modo di visionare quei regimi di vita sportiva, hanno parlato di un clima di vera e propria ossessione per la perfezione e la vittoria, di un trattamento da carceri del 19esimo secolo. Sin dalla tenera età i futuri atleti vengono allenati e preparati ad un unico obiettivo: vincere. E per non dimenticarlo, un enorme cartello con scritto “ORO” spicca sulle pareti. Recentemente, la rete ha diffuso fotografie che mostrano bambini in lacrime, per gli esercizi fisici costretti ad eseguire, esercizi molto duri. Molti ex atleti hanno iniziato a parlare e a raccontare questo sistema, descrivendo come erano rigidamente trattati agli allenamenti, immersi completamente ed unicamente nel mondo dello sport e del sacrificio fisico, tanto da non saper fare nient’altro: a carriera atletica conclusa, molti hanno ammesso di aver problemi a socializzare, a badare a se stessi, a trovare un lavoro. Ma questo è il prezzo da pagare per la gloria, per diventare beniamini del Partito, stelle dello sport, ricordati quasi più come macchine che come uomini e donne in carne ed ossa: impeccabili nella performance, impassibili di fronte al dolore, senza mai mostrare segni di cedimento, programmati per vincere.

Fonte: Net1news, 31 luglio 2012

Questo articolo e' stato scritto Martedì 31 Luglio 2012 ed archiviato nella categoria News.

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