Sequestrati 340mila souvenir falsi made in China sotto le finestre del Papa
Che Papa Francesco piaccia è ormai cosa nota ma che la sua immagine venga stampata su oggetti e capi di abbigliamento di ogni tipo importati dalla Cina è a dir poco straordinario.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno scoperto nel rione Borgo Pio, il quartiere situato a pochi passi dal Vaticano, un magazzino rifornito di ogni merce (da calamite a quadretti per poi continuare con adesivi, braccialetti, portachiavi raffiguranti Papa Francesco) pronte ad alimentare la fitta rete di venditori ambulanti, che non si lasciano sfuggire, per i loro affari, la fortunata occasione del “Giubileo Straordinario della Misericordia”.
Se infatti fino a qualche mese fa nelle vie più prossime al Vaticano si distribuivano false benedizioni apostoliche personalizzate su pergamena pontificia con tanto di emblemi della Santa Sede e di fotografia di Papa Francesco benedicente, in queste ore i “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego, in zona Porta Maggiore, dopo aver sottoposto a controllo un furgone, condotto da un ragazzo cinese che trasportava alcuni colli della stessa merce, sono risaliti a ritroso nella filiera distributiva giungendo ad individuare il centro di smistamento in via Borgo Vittorio. Si trattava di un deposito confinante con un negozio occultato grazie a una porta “a scomparsa”, a pochi passi dal Colonnato di Piazza San Pietro, zona in cui sono presenti molti venditori ambulanti che rivendono a pochi euro “sacri” souvenir al pellegrino del Giubileo.
Al suo interno erano accatastati centinaia di scatoloni “made in China”, contenenti circa 340mila oggettini per un valore di 1,7milioni di euro, raffiguranti, a seconda dei casi, l’effige del Papa, gli Stemmi della Città del Vaticano e della Tiara Papale, in difetto di qualsivoglia autorizzazione e, quindi, in violazione alla normativa sul cosiddetto “diritto d’autore”. Tre persone, tutte di nazionalità cinese, sono state denunciate all’Autorità
Giudiziaria per contraffazione, ricettazione e violazioni alla normativa sul “diritto d’autore”.
L’ultimo grande sequestro era avvenuto proprio nelle ore immediatamente precedenti l’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro, l’8 dicembre 2015, quando la Guardia di Finanza di Roma ha scovato due box pieni di oggetti sacri contraffatti, pronti a essere venduti ai turisti. Anche in quell’occasione i depositi, scoperti nelle zone di Tor Cervara e San Basilio al termine dell’operazione ribattezzata «Porta Santa», sono stati ricondotti a due imprese gestite da cittadini di nazionalità cinese.
Faro di Roma,02/05/2016
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