Andrea Tsien, paladino della Chiesa sotterranea, lavorava contro la persecuzione dei cattolici

Taipei, Taiwan – Mons. Andrea Tsien Chih-chun, vescovo emerito della diocesi di Hualian è morto ieri sera di infarto all’ospedale mennonita della città. Il vescovo, che aveva 83 anni, si era ritirato nel 2002 ed è conosciuto come un grande sostenitore della Chiesa sotterranea in Cina, avendo sempre lavorato per la riconciliazione fra Chiesa ufficiale e non ufficiale. La diocesi di Hualian invita tutti a pregare per la sua anima “affinché il Signore lo accolga fra le sue braccia”. Fino a stamane non è ancora definito quando sarà il suo funerale.

Mons. Tsien era nato nella contea di Yuhuai (Zhejiang) ed è stato battezzato da bambino insieme a tutta la sua famiglia. Entrato in seminario, nel 1947 è giunto a studiare teologia a Jiaxing. Ma per l’avvento del regime di Mao Zedong, è stato mandato in Italia a continuare gli studi a Genova. In seguito ha pure studiato filosofia all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Rientrato a Taiwan nel 1960, ha lavorato in diverse parrocchie: Xinzhu, Jilong, Taipei, Xinzhuang, ecc. Nel ’66 è diventato decano della Facoltà di filosofia nell’università cattolica Furen; nel ’70 è direttore dell’istituto di ricerche filosofico; nell’84 è direttore dell’istituto d’arte. É divenuto vescovo di Hualian nel 1992.

Mons. Tsien è ricordato come un grande pastore, molto attento verso la gioventù e amato dai suoi studenti. Ha molto lavorato anche per la riconciliazione fra Chiesa ufficiale e sotterranea nei periodi di violenta persecuzione verso i cattolici sotterranei e di acquiescenza quasi totale della Chiesa ufficiale all’Associazione patriottica (Ap).

Al suo discorso di saluto alla diocesi, nel 2002 aveva detto: “Adesso vado in pensione, ma non diventerò mai pigro… Mi interesserò soprattutto alla Chiesa clandestina della Cina, starò in contatto con loro, condividerò le loro sofferenze, e diventerò il loro portavoce…cercando di promuovere la comunione nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica”.

E aveva aggiunto: “Non dite che i vescovi e sacerdoti della Chiesa clandestina sono ostinati. Mentre aiutate la Chiesa ufficiale[quella riconosciuta dal governo di Pechino – ndr], dovete dichiarare che non volete sostenere l’Ap, e dovete incoraggiare i vescovi e i sacerdoti della Chiesa ufficiale di esprimere la propria fedeltà, rifiutando i principi atei e di indipendenza dell’Ap. Insieme alla Chiesa clandestina bisogna conquistare la libertà religiosa e la dignità umana. Tale libertà e dignità sono un dono di Dio, nessuna autorità politica di questo mondo può toglierla, anzi, devono rispettarla e custodirla”.

fonte: AsiaNews, 19 febbraio 2009

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