Anche Urban Decay non piu’ cruelty free

Urban Decay ha perso il suo status di azienda cruelty-free dopo la sua decisione di vendere sul mercato cinese. L’anno scorso la certificazione è stata ritirata per lo stesso motivo a L’Occitane, Yves Rocher, Caudalie e Mary Kay. Queste aziende non possono più usare sui loro prodotti il logo del “coniglietto che salta”. Urban Decay, essendo statunitense, ha notificato alla Coalizione per l’Informazione sui Cosmetici ai Consumatori (CCIC), che rappresenta lo Standard cruelty free negli USA, la sua decisione di vendere i propri prodotti in Cina, nonostante l’obbligo di test su animali che vige in quel Paese. Una delle condizioni per essere certificati cruelty-free è di non esportare prodotti per le vendita in Cina, a meno di non poter provare di aver avuto una esenzione dai test su animali. Alcune compagnie sostengono di non essere a conoscenza di queste regole, tuttavia esse sono specificate nella legislazione cinese relativa ai cosmetici e sono quindi di pubblico dominio. Anche se non sono le aziende stesse a commissionare questi test su animali, il solo fatto di registrare i propri prodotti per il mercato cinese avvia delle procedure di test su animali da parte delle autorità cinesi e il costo di tali test è addebitato all’azienda stessa, o ai suoi partner locali in Cina. Quest’anno, la Coalizione Europea per l’Abolizione degli Esperimenti su Animali (ECEAE) ha lanciato una iniziativa, in collaborazione con i maggiori rappresentanti dell’industria cosmetica, che ha lo scopo di far accettare alla Cina gli ormai diffusi metodi di test disponibili come alternativa ai test su animali. Serve il maggior supporto possibile da parte dell’industria per persuadere il governo cinese e rimuovere questa barriera al commercio etico.

Fonte: Agire Ora, 11 giugno 2012

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