Ancora concorrenza sleale cinese in Italia

La denuncia, forte e chiara, questa volta viene dal Modenese, e prima di tutto dai parrucchieri di Carpi.
Ristoranti, bar, negozi di casalinghi, parrucchieri - appunto - vedono spuntare come funghi concorrenti provenienti dal paese del Dragone, che praticano prezzi stracciati, assolutamente insostenibili dagli esercenti italiani. Questi non si salvano neanche col ridimensionare i margini di profitto: i Cinesi lavorano sottocosto, e riescono a tenere gli esercizi sempre aperti. I servizi e i beni che offrono sono quasi sempre di bassa qualità.
Dagli articoli di giornale che potete leggere in basso non c’è alcun sentimento razzista alla base della petizione presentata al Comune di Carpi: la protesta nasce dall’esigenza di salvare il posto di lavoro e dalla tutela del consumatore. Perché le imprese cinesi non rispettano le normative che - spesso con fatica - i nostri esercenti sono tenuti a rispettare. Non rispettano gli accordi sindacali di categoria, non offrono trasparenza alcuna nella gestione dell’attività né verso l’amministrazione, né verso la clientela. E purtroppo il perdurare di questa situazione si può spiegare solo con l’inefficienza delle autorità preposte ai controlli, se non addirittura con la loro connivenza colpevole.

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FRP

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