Ancora mozioni contro i laogai nei Consigli Comunali: Cologno Monzese e Chieti
Anche i Comuni di Cologno Monzese e di Chieti, si stanno attivando per portare all’ordine del giorno la condanna dei laogai e del lavoro forzato. Ringraziamo i Consiglieri Comunali Poloni e Di Labio a nome del popolo cinese e degli immigrati schiavizzati qui nella democratica Repubblica Italiana.
Marco Poloni, a Cologno Monzese, ha presentato una mozione di condanna dei laogai diversi mesi fa e probabilmente riuscirà a discuterla in Consiglio per la fine del mese, anche se molti colleghi -probabilmente montati e supportati dai “capi” degli immigrati cinesi della zona - hanno avuto l’ardire di contestargli che le notizie sui laogai sono una “bufala di internet” (….!!!!!…)
Giuseppe Di Labio, consigliere comunale di Chieti, in Abruzzo, il 13 maggio ha presentato un’ordine del giorno per trattare la “Mozione contro i prodotti provenienti dai laogai cinesi”. Con tale mozione il Consigliere chiede alla Giunta di condannare l’esistenza dei laogai e di avviare attività di sensibilizzazione sulla tragica realtà dei laogai mediante l’organizzazione di mostre, convegni, o conferenze nelle scuole del territorio del Comune e presso luoghi pubblici, avvalendosi della collaborazione di esperti quali la Laogai Research Foundation Italia. Richiede poi alla Giunta di sostenere associazioni non governative che lavorano per l’affermazione dei diritti umani in Cina.
La proposta di Di Labio, inoltre, invita gli organi competenti ad attivarsi per sollecitare il parlamento italiano ad approvare leggi che impediscano l’importazione in Italia di mercanzie e prodotti, che nascano parzialmente o totalmente dal lavoro forzato o dallo sfruttamento umano e per introdurre per le imprese che importano nell’UE dalla Cina, un sistema di certificazione obbligatoria che permetta anche di identificare ed eventualmente ispezionare i luoghi di produzione e di verificare l’applicazione universale delle “clausole sociali” e delle “clausole ambientali”.
D’altro canto, prosegue la proposta di Di Labio, sarà necessario esigere che tutti i prodotti cinesi importati in Italia e nell’UE soddisfino gli stessi parametri e garanzie di igiene e sicurezza richiesti ai produttori europei.
Il Comune di Chieti dovrà poi impegnarsi a verificare attraverso gli organi competenti, che sul territorio comunale non vi siano situazioni di sfruttamento del lavoro, minorile e non, all’interno di qualsiasi tipo di azienda e dovrà poi attivarsi, secondo i canali istituzionali ritenuti più opportuni, per chiedere il rispetto dei diritti umani in Cina, a partire dalla libertà religiosa, politica e sociale, inviando anche la presente mozione ai vertici politici della Repubblica, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e al Presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio.
Speriamo che i politici sensibili al problema siano sempre di più, perché solo così, con un forte movimento dell’opinione pubblica e della base, possiamo sperare di ottenere qualche risultato in termini di salvaguardia dei diritti dell’uomo e della nostra economia.
F.R.P.
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