Assemblea nazionale, arresti di attivisti e popolazione
Attivisti per la democrazia, avvocati i diritti umani, portatori di petizioni contro le ingiustizie subite sono agli arresti domiciliari, sotto stretto controllo, o impediti nei loro movimenti a Pechino e in tutta la Cina. La “pulizia” è ormai una tradizione in questo periodo, con le celebrazioni dei due grandi incontri nella capitale: l’Assemblea nazionale del popolo, il parlamento cinese, e la Conferenza politica consultiva, che si svolge quasi in parallelo. Quest’ano, secondo le cifre ufficiali, la sicurezza è al colmo: sono impiegati almeno 750mila persone della sicurezza, dell’esercito, di guardie giurate per garantire che non vi siano manifestazioni, presentazioni di lettere, situazioni imbarazzanti per i delegati “del popolo”. L’agenzia Chrd (China Human Rights Defenders) elenca oggi una lista delle personalità residenti a Pechino che in questi subiscono soppressione dei loro diritti da parte delle autorità:
1) Zhang Zuhua, professore di diritto costituzionale, dal 28 febbraio è controllato dalla polizia e subisce restrizione nei movimenti.
2) Dal 29 febbraio la polizia sosta davanti alle case di alcuni dissidenti quali Zha Jianguo, Hu Shigen, Gao Hongming, He Depu, Xu Yonghai. La scorsa domenica, 4 marzo, alla vigilia dell’Anp, a Hu Shigenè stato proibito di lasciare la sua residenza: doveva recarsi a un incontro biblico.
3) Prima dell’Anp, alcuni avvocati per i diritti umani quali Teng Biao, Jiang Tianyong e Xu Zhiyong hano subito minacce dalla polizia e restrizione nei loro movimenti.
4) La scrittrice Woeser e suo marito Wang Lixiong, anch’egli scrittore, sono sotto stretta sorveglianza fin dai primi di febbraio. Devono chiedere permesso per tutti i loro spostamenti e sono obbligati ad essere accompagnati dalle guardie tutte le volte che escono di casa.
Nel resto della Cina:
5) Il 2 marzo, due guardie di sicurezza si sono piazzate davanti alla porta di casa del giovane attivista Yang Chong a Guangzhou. Lo scorso anno Yang ha partecipato alla Giornata internazionale per i diritti umani e alle proteste del villaggio di Wukan (Guangdong) contro la corruzione delle autorità locali e del Partito.
6) Cinque persone dell’Hubei sono giunte a Pechino il 3 marzo per tentare di consegnare una petizione. Le autorità li hanno presi e portati indietro a Shiyan, rinchiudendoli in una “prigione nera”. Vi rimarranno fino alla fine dell’Anp.
7) Il 4 marzo la polizia ha fermato 10 attivisti dell’Hunan e dello Jiangxi che lavorano sulla corruzione e detenuti alla stazione di polizia di Jinxing.
8) Il 5 marzo, più di 100 persone di Shanghai, che portavano una petizione, sono stati arrestati e rinchiusi nella prigione nera di Jiujingzhuang. Altri 12 da Shanghai sono stati riportati indietro e posti agli arresti domiciliari.
9) Il 5 marzo, Chang Xingfa, portatore di petizioni di Shanghai, è arrivato a Pechino ed è riuscito a giungere fino all’entrata della Grande sala del popolo, dove si tiene l’Anp. Ma poliziotti armati lo hanno arrestato e finora egli è tenuto nella stazione di polizia di piazza Tiananmen. Il Chrd ha diffuso una dichiarazione (v. qui) in cui condanna la diffusa repressione di attivisti e gente comune con le loro petizioni e chiede la garanzia di canali di comunicazione con l’Anp, la diffusione di informazioni riguardo i rappresentanti dell’Assemblea, domandando che essi siano realmente eletti dalla popolazione e non cooptati dai vertici del Partito in elezioni manipolate. Il Chrd domanda anche la cancellazione dei laogai (campi di rieducazione con il lavoro forzato) e del sistema di residenza obbligatoria (hukou) per i migranti, che trasferiti in città, sono privi del diritto all’assistenza medica e alla scuola per i figli.
Fonte: Asia News, 6 marzo 2012
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