Bugie e crimini dei regimi comunisti

Che il comunismo sia stato un grosso fallimento come sistema politico economico e sociale è ormai acclarato dai fatti del secolo scorso, ma anche da quelli del nuovo millennio.

Dal bombardamento di Berlino nel 1944 con la fine della seconda Guerra mondiale si è cercato in tutti i modi di accostare i vincitori e i vinti alla dicotomia “bravi e cattivi”, “bene e male”, legittimando così ogni azione di un certo orientamento politico

Da quel momento tutto diventa una bugia. Tutto viene raccontato “bene”; perché se detto da un vincitore è giusto.

La prima grande bugia è la costruzione del Muro fortificato che divideva Berlino est da Ovest, meglio noto come Antifaschisticher Schutzwall (muro fortificato Antifascista), costruito dalla Germania Comunista, col pretesto di difendersi dal fascismo caduto ormai da anni. Circondata da forze che avevano duramente combattuto il Nazismo e il Fascismo, la Germania dell’Est si era completamente svuotata delle menti migliori: ecco il vero motivo! Più di 2,5 milioni tra scienziati, studenti, medici, professori, ingegneri infatti erano fuggiti verso Ovest per un futuro migliore e questo doveva essere impedito.

Ma anche noi non siamo da meno. Intitoliamo strade e piazze a Lenin e Stalin, ignorando completamente il sangue versato in nome della loro ideologia. E come se non bastasse la Repubblica Italiana ha concesso alte onorificenze a macellai come Tito che, accecato dal furore della pulizia etnica, ha massacrato decine di migliaia di italiani, gettandoli nelle foibe del Carso.

Il percorso di sedimentazione di questa ideologia in Italia inizia dopo il 1968, quando una massa di giovani di belle speranze diventa veicolo del “pensiero unico”, grazie al quale oggi continuano a manovrare, con le loro rughe ed i capelli bianchi, ogni stanza del potere. In effetti non ci sarebbe niente di male se rimanesse “pensiero”; purtroppo però tutto questo si è trasformato in potere politico, economico, mediatico e propagandistico.

Così negli anni, il Comunismo dalla sedimentazione diventa “cosmopolitismo, mescolanza razziale, ‘dirittumanismo’, ‘genderismo’, omosessualismo…” ( G. Lindo Ferretti).

Questa terribile arma di distrazione di massa è giovata soprattutto alle grandi Multinazionali certamente, ma soprattutto ad una Nazione: la Cina.

Con la nomina nel 2012 di Xi Jinping a segretario del Partito Comunista Cinese e la sua elezione a capo della commissione militare del Partito, la Cina è diventato il Paese Capitalista per antonomasia, ma anche quello col più alto costo sociale della produzione industriale. Basti pensare che sul territorio sono censiti circa 1500 campi di concentramento per detenuti politici costretti a lavorare praticamente gratis per il Partito Comunista cinese.

Oggi la Cina è proprietaria del più grande porto di terra del pianeta nel Kazakistan e forse, presto o tardi, ci ritroveremo tutti soffocati dalla ragnatela “sovietica” cinese.

Ma tranquilli, è arrivato il 7 novembre. Si festeggia la Rivoluzione bolscevica.

“… la generazione della fantasia al potere. La generazione del tutto e subito. I figli di Mao e di Marcuse.” (Henrik Stangerup, L’uomo che voleva essere colpevole, 1990).

Di Giuseppe Manes, Arcipelago laogai: in memoria di Harry Wu,07/11/2020

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