Campi di prigionia in Corea del Nord: rivelazioni shock da parte di una ex guardia

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, nei campi di lavoro in Corea del Nord sono state rinchiuse tra le 600mila e i 2 milioni e mezzo di persone, in cinquant’anni. In 400mila sarebbero morte per le torture, la malnutrizione e le esecuzioni sommarie.

Lim Hye-jin racconta al quotidiano britannico del ‘Daily Mail’ l’orrore che ha dovuto vedere nel periodo in cui ha prestato servizio come guardia nei campi di lavoro forzato in Corea del Nord.

La donna, che adesso vive a Seoul, racconta di quando a soli 17 anni iniziò a lavorare nel “Campo 12“, a Chongo-ri: “Due fratelli erano riusciti a scappare da uno dei campi. Li avevano ritrovati in Cina, riportati in Corea e poi decapitati. Hanno tagliato loro la testa davanti a tutti, poi hanno ordinato agli altri prigionieri di tirare delle pietre contro i corpi. Io dopo quella scena non ho mangiato per giorni.”

Altre ex guardie dei campi di prigionia avevano menzionato le orribili vicende che accadevano all’interno di quei posti: “Anche i bambini venivano rinchiusi lì, per punire genitori e nonni. Molti prigionieri erano deformati dalla fame e dal lavoro nelle foreste al gelo o nelle miniere. Se gli uomini erano in salute, venivano mandati nelle miniere. Molti morivano. Una volta c’è stata un’esplosione di gas, 300 persone sono morte. Le guardie hanno chiuso la galleria anche se c’erano delle persone ancora vive dentro”.

Non possiamo sapere con certezza quale e quanta verità si nasconda all’interno di queste testimonianze ma quel che è certo è che in Stati dittatoriali come quello della Corea del Nord, le realtà che vengono celate sono quelle più spaventose.

NewNotizie, 1 maggio 2017

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