Chen Guangcheng, l’attivista cieco, fugge dalla prigionia

Chen Guangcheng, l’attivista cieco che ha denunciato per anni gli aborti e le sterilizzazioni forzate in Cina, è scomparso. Gruppi di malviventi insieme alla polizia hanno assalito il fratello di Chen e la sua famiglia, arrestando il nipote. La comunità dei dissidenti teme per la vita di entrambi, esposta a possibili esecuzioni sommarie. Da stamattina, molte fonti legate a Chen, confermano che egli è “scomparso” dalla residenza forzata in cui si trovava a Lin Yi, nello Shandong. Yaxue Cao, un’attivista impegnata con Chen, ha confermato che Chen non è più nella casa agli arresti domiciliari. Secondo Reggie Littlejohn, l’attivista americana a favore di Chen, He Peirong ha confermato di aver aiutato l’attivista cieco a fuggire dallo Shandong. He ha detto che la sua salute è buona, ma adesso c’è da temere per la sua vita. Ella ha affermato che anche la vita dei parenti di Chen (madre, moglie, figlia e figlio, fratelli…) sono in pericolo. Quasi a conferma di tale pericolo, ieri notte il fratello di Chen ha dovuto affrontare una banda di malviventi, guidati dal capo villaggio, contro i quali egli e il figlio Chen Kegui hanno potuto difendersi solo con coltelli da cucina. Messili in fuga, Chen Kegui si è consegnato alla polizia. Chen Guangcheng porta avanti da anni una campagna contro aborti e sterilizzazioni forzati nello Shandong. Dopo la denuncia di 130mila casi di operazioni forzate ad opera delle autorità per il family planning della provincia, nel 2006 Chen è stato condannato a quattro anni e tre mesi. Rilasciato a settembre del 2010, da allora le autorità lo hanno costretto all’isolamento totale, insieme alla moglie e alla sua bambina di sei anni, impossibilitata ad andare a scuola. L’altro figlio, di otto anni, vive con i nonni. Nel febbraio dello scorso anno, l’attivista, che ha difeso pure i contadini contro gli espropri di terreni, era riuscito a inviare all’estero un video sulla sua detenzione. A causa di questo, egli, sua moglie e la figlioletta sono stati picchiati in modo selvaggio dalla polizia, che ha loro proibito anche di andare all’ospedale.

Leggi anche l’articolo pubblicato su Dazebao

Fonte: Asia News, 27 aprile 2012

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