Cina, bustarelle e aborti contro l’ascesa di “dragon ladies”
Padre di due ragazze, in Cina l’argomento è ineludibile alla classica domanda sui figli. Ogni volta ammicco, sorrido e dico: «Ho due bambine, purtroppo», e l’interlocutore mi consola. Mi dice: le femmine sono pezzi di oro, non si separano dalla famiglia, invece i maschi ti lasciano, ti abbandonano da vecchio. Certe volte lo pensano sul serio, altre volte sono frasi di circostanza e cortesia, perché quel «purtroppo» è in realtà una punta di spillo forse nel problema più angosciante della Cina di oggi, la mancanza di bambine.
È intimo e straziante perché va al cuore del valore più sacro dei cinesi, la famiglia e i figli. I genitori che qui idolatrano i bambini, e pur di avere un maschio scelgono di sacrificare la femminuccia.
La politica del figlio unico e la nuova economia di mercato, che ha reso carissime sanità e scuola per i bambini, sono alla base della scarsità di femmine. Se i genitori devono avere un bambino, vogliono che sia maschio. Negli Anni 80 c’erano 108 ragazzi per 10 ragazze. Con il nuovo secolo, e la diffusione delle ecografie che identificano il sesso del nascituro, nascono oggi 120 ragazzi per ogni 100.
Anche dopo nate la vita delle ragazze in Cina è durissima. In campagna il tasso di suicidi tra le donne è il più alto del mondo. All’università le ragazze devono avere un punteggio tra il 5 e il 10% superiore a quello dei loro colleghi maschi per superare l’esame di ammissione. Perché? «Perché se no avremmo solo donne qui», risponde stringendo le spalle il rettore di un ateneo di Pechino. Dopo la scuola le cose non migliorano. I posti da dirigente sono occupati da maschi. C’è una sola donna tra i 25 membri del Politburo, il supremo organo di governo. Qualcuno pensa di introdurre delle «quote rosa», e per questo si batte l’influente «associazione delle donne», che però da molte è accusata di raccogliere solo anziane bisbetiche ed escludere le tante «dragon ladies» in carriera.
Il governo ha introdotto sovvenzioni nelle campagne per le figlie femmine, ha proibito l’uso delle ecografie. Ma una bustarella riesce ad aggirare i divieti ufficiali e i sussidi non bastano a superare le spinte culturali. È la cultura antica, ma anche il modello sociale moderno: gli eroi del tempo asiatico, i grandi personaggi dell’economia e della politica, sono quasi tutti maschi.
Francesco Sisci
NDR: Francesco Sisci sembra dimenticare che la causa principale è la legge sul figlio unico
Fonte: La Stampa, 7 marzo 2010
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