Cina. Cani e gatti, torturati: “grandi camion, piccole gabbie”

In esclusiva il videoreportage di un’associazione animalista. I militanti si sono finti acquirenti degli animali, hanno visitato e filmato molti allevamenti.
Catturati per strada o rubati ai proprietari, messi all’ingrasso in luridi stabulari, ammassati dentro piccole gabbie e lanciati giù dai camion: vita e morte dei cani da macello in Cina sono raccontati in una nuova videoinvestigazione di Animal Equality. L’esito delle indagini sotto copertura, intraprese da attivisti che si sono introdotti negli allevamenti, nei mattatoi e nei mercati fingendosi occidentali interessati al commercio di queste specie, trova sbocco in una campagna con petizione.
Senza Voce chiede al governo cinese di abolire l’usanza in nome della quale cani e gatti vengono comunemente mangiati. Stimati, i primi, nell’ordine di 18 milioni di individui l’anno nella produzione di carne e pelliccia; circa quattro milioni i gatti, per lo più accalappiati lungo le vie, uccisi nei ristoranti e serviti come parte integrante del piatto Dragone, tigre e fenice, se non riciclati come cibo per altri animali.
GUARDA LA VIDEOINCHIESTA:
http://video.repubblica.it/mondo/cina-cani-e-gatti-da-macello-la-video-inchiesta/139428/137969
“Abbiamo ottenuto immagini, dati e documenti lavorando nel Sud e Sud-Est della Cina, ma va ricordato che la carne di cane è consumata anche in Vietnam, Corea del Sud, India, Indonesia e nelle Filippine” spiega il coordinatore generale di Animal Equality Italia. “L’opinione pubblica cinese si è fatta più sensibile al tema, soprattutto nelle grandi città; in molti ormai hanno un pet. Tuttavia la tradizione è molto radicata, soprattutto a livello regionale. Nel 2010 fu presentata una proposta normativa per vietare la macellazione canina, ma il disegno sembra ben lontano dal diventare legge effettiva”.
Secondo l’organizzazione internazionale per i diritti degli animali, che già nell’aprile scorso aveva divulgato alcune immagini molto toccanti, che sia prelevato sul territorio o allevato in gabbia, un cucciolo di tre settimane viene venduto a 200 yuan, più o meno 25 euro, e potrà fruttarne 80-90. L’acquirente è in genere una ditta che si occupa di farlo aumentare di peso, tenendolo in spazi angusti e spesso umidi e bui, per poi rivenderlo ai mercati o direttamente alla ristorazione. Il cane può essere macellato a cinque-sei mesi - come accade ovunque del resto con vitelli o agnellini - o un po’ più in là, comunque giovane. Gli esemplari adulti sono in genere frutto di furti, se non usati per qualche tempo come riproduttori.
“Abbiamo documentato la sofferenza di questi animali, per esempio fra i banchi del Mercato dei Tre Uccelli di Dali, a Nanhai, nel Foshan, per spostarci poi dentro allevamenti e un macello della stessa zona. Eludendo la sorveglianza delle guardie siamo riusciti a raggiungere la zona di scarico, assistendo all’arrivo notturno di cani, gatti, conigli su camion enormi, stracolmi” prosegue Bottioni. “Le piccole gabbie metalliche in cui sono rinchiusi vengono gettate dalla cima del camion, causando devastanti fratture a molti di loro. Alcune gatte partoriscono durante il trasporto o al mercato: trascorrono diversi senza mangiare né bere, mentre i piccoli muoiono schiacciati nel corso delle operazioni”.
Ancora, negli allevamento di Shandong (Jining) e Jianxiang gli attivisti hanno filmato cuccioli (fino a tredici rinchiusi in due metri per 40 centimetri di altezza, senza potersi nemmeno girare), meticci e soggetti di razza, soprattutto di taglia grande come samoiedo, alaskan malamute, american staffordshire, pastori tedeschi. Costretti a ingrassare fino a ottanta chilogrammi, prima di venire colpiti sulla testa per poi essere scannati. In un macello di Zhanjiang, in un quartiere residenziale, si uccidono e scuoiano quindici cani al giorno. Gli altri, nell’attesa, sono bloccati in una stanza non ventilata, al buio, senza cibo né acqua.
Smarriti, sgomenti, gli animali subiscono tanta violenza senza nemmeno tentare una reazione, spesso in silenzio tanto da far sospettare, in alcuni casi, che abbiano subito pure il taglio delle corde vocali. Verranno consumati sotto forma di spiedini, come cibo veloce da acquistare al banco, da Pechino alle zone rurali.
Una recente interrogazione parlamentare presentata alla Commissione europea dall’euro parlamentare Cristiana Muscardini, vicepresidente della Commissione commercio internazionale nonché dell’Intergruppo animali al Parlamento Europeo, solleva dubbi sulla possibilità che il consumo di carne di cane e gatto, anche in virtù delle massicce movimentazioni di randagi nel nostro Continente, possa - inconsapevolmente - riguardare anche noi.
di MARGHERITA d’AMICO, Repubblica.it, 09 Settembre 2013
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