Cina, centomila asini uccisi in Kenya per l’ejiao, il rimedio popolare che aumenta la libido e combatte l’invecchiamento

Animali che erano necessari alle popolazioni locali per trasportare acqua e altri beni di prima necessità. E che difficilmente possono essere rimpiazzati proprio per l’aumento del loro costo sul mercato: dal 2014 ad oggi si è passati da 60 a 165 dollari per animale.

C’è un rimedio popolare che in Cina va molto di moda. Si chiama ejiao e da oltre duemila anni viene utilizzato dai cinesi per curare le emorragie e riequilibrare l’energia vitale dello yin e dello yang. Ma oggi è sempre più richiesto dalla classe media perché si crede che combatta l‘invecchiamento e aumenti la libido. Insomma, un vero elisir miracoloso (non riconosciuto dalla medicina ufficiale) prodotto con una gelatina ricavata dalla pelle degli asini. Così la Cina, per soddisfare la crescente domanda interna di eijao, ha iniziato a fare razzia di asini in Africa, in particolare in Kenya, uno dei suoi maggiori alleati nel continente.

Una verità rivelata da un’inchiesta del settimanale americanoNewsweek e ripresa poi da molte testate in tutto il mondo. Questa inchiesta spiega come la Cina, che fino a pochi anni fa era lo Stato con il più grande numero di allevamenti d’asino al mondo, oggi faccia affari con i Masai, che vendono gli animali per pagare la scuola ai figli. Secondo le stime governative, circa 100mila asinisono stati uccisi in Kenya per conto di Pechino. Un fenomeno che sta assumendo proporzioni sempre maggiori: basta pensare al fatto che solo nei tre macelli di Nairobi ogni giorno vengono uccisi 450 esemplari. Asini che erano necessari alle popolazioni locali per trasportare acqua e altri beni di prima necessità. E che difficilmente possono essere rimpiazzati proprio per l’aumento del loro costo sul mercato: dal 2014 ad oggi si è passati da 60 a 165 dollari per animale.

Secondo l’organizzazione non profit inglese Donkey Sanctuary, di questo passo si rischierà l’estinzione dell’animale dell’animale nel Paese entro i prossimi dieci anni. Al contrario di altre razze, gli asini hanno infatti un tasso di riproduzione molto basso. In molti stati africani, infatti, il commercio di pelle d’asino è bandito ma sono in aumento i furti da parte di bracconieri che poi li rivendono in Kenya. La Bejing Forestry University ha lanciato l’allarme, spiegando che se non si interverrà in fretta con un divieto totale del commercio di pelle d’asino nei Paesi africani si ripeterà uno sterminio come quello degli elefanti e dei rinoceronti per il commercio delle pregiate zanne.
Il Fatto Quotidiano,07/01/2018
English article,Newsweek;

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