CINA. Sette cinesi tentano il suicidio davanti alla sede di un giornale statale

Lu Chen,Epoch Times, 18.07.2014

Un drammatico tentativo di suicidio di gruppo a Pechino il 16 luglio: protagoniste sette persone davanti a uno dei maggiori giornali di Stato. Hanno tutti ingerito pesticidi per esprimere il loro risentimento e la loro frustrazione per il presunto furto delle loro case, da parte dei funzionari locali del Partito.

L’incidente sembra essere stato progettato per ottenere il massimo impatto sul pubblico. Verso le 8:00 di mercoledì, i sette si sono radunati fuori l’ufficio del China Youth Daily, un giornale statale, e ciascuno di loro ha bevuto una bottiglia di pesticidi, secondo la tv Beijing News.

Nella foto: sette petizionisti a terra davanti agli uffici del China Youth Daily a Pechino dopo aver bevuto pesticidi in un tentativo di suicidio, il 16 luglio 2014. La protesta è avvenuta dopo che le loro case sono state demolite e hanno ricevuto un basso risarcimento (Weibo.com)

I quattro uomini e tre donne sono stati soccorsi in tre ospedali e successivamente si sono tutti ripresi.

Le fotografie pubblicate online mostravano i sette ‒ tutti in camicia bianca con una scritta nera davanti che spiegava le loro denunce ‒ stesi a terra, privi di sensi. Diversi di loro sembravano avere della schiuma che fuoriusciva dalla bocca, mentre le bottiglie di pesticidi e i loro documenti erano lì accanto.

Si possono considerare petizionisti, provenienti dalla città di Qingyang, contea di Sihong, nella provincia costiera Orientale di Jiangsu, riferiscono i resoconti. Il governo locale avrebbe forzatamente demolito le loro case fornendo loro un risarcimento molto limitato, secondo quanto riferito dai petizionisti. Tali incidenti accadono regolarmente in tutta la Cina.

Sia i petizionisti di mercoledì, che una dozzina di altri coinvolti nella demolizione forzata delle proprie case della città di Qingyang, hanno molte volte provato a rendere note le loro rimostranze alle autorità locali con una petizione, ma non sono mai arrivati a una soluzione adeguata. Al contrario, i funzionari locali del Partito li hanno illegalmente arrestati e persino torturati, riferiscono gli stessi petizionisti.

«Il Governo mi ha rubato la casa. La mia famiglia ha provato a protestare molte volte ma non ha ottenuto nessun risultato. Neanche il tribunale si occupa del nostro caso. Non abbiamo un posto dove andare, e siamo stati costretti a ricorrere a tali metodi estremi», ha detto Wang Jianbing, marito di Zhang Chengmei, una dei sette petizionisti, in un’intervista telefonica con Epoch Times.

Le demolizioni forzate delle abitazioni per fare spazio allo sviluppo immobiliare, unite alla mancanza di un adeguato risarcimento, hanno lasciato molti cittadini senza fissa dimora, dicono i manifestanti. «La nostra casa è stata rubata e la somma che ci hanno dato non è ragionevole. È troppo poco», ha detto a Epoch Times la moglie di Cai Fuxi, uno dei sette petizionisti.

La moglie ha aggiunto «una volta mio marito ha fatto appello al Governo per la nostra situazione: è stato arrestato e detenuto in una piccola stanza, senza cibo né bevande. Non gli veniva nemmeno permesso di dormire».

La signora Zhu, della stessa città dei sette petizionisti, ha subito un trattamento simile. Ha detto a Beijing News che oltre 400 metri quadrati della sua proprietà di famiglia, tra cui una casa e un supermercato, sono stati forzatamente demoliti lo scorso novembre senza il suo permesso.

Le case sono state distrutte con le ruspe persino prima che la signora Zhu avesse avuto il tempo di traslocare, distruggendo tutti i suoi averi.«Quanto grandi sono i torti che devono aver sofferto!», ha esclamato Ding Laifeng, una figura mediatica di spicco in Cina, su Sina Weibo. Molti utenti cinesi hanno espresso su internet sentimenti simili, e sembravano realmente stare dalla parte dei petizionisti, condannando il regime.

«Un Governo che costringe le persone ad ammazzarsi dovrebbe veramente andare all’inferno!», ha scritto Ding Laifeng.

Di recente a Pechino hanno avuto luogo altri suicidi di gruppo, o tentativi di suicidio, molti per le stesse ragioni dell’incidente di mercoledì, eccone alcuni:

Il 24 giugno 2014, cinque petizionisti avevano bevuto pesticidi di fronte alla Commissione Centrale per l’Ispezione Disciplinare, l’agenzia anti-corruzione del Partito.

Il 26 marzo 2014, nove petizionisti hanno ingerito pesticidi fuori Zhongnanhai, la sede centrale del Partito Comunista Cinese.

Il 29 dicembre 2013 in Piazza Tiananmen, sei petizionisti hanno ingerito pesticidi dopo aver lanciato volantini sulla loro situazione.

Il 10 dicembre 2013, dodici petizionisti hanno bevuto pesticidi a Qianmen, una zona di Pechino a sud di Piazza Tiananmen.

Gu Qing’er ha contribuito al reporting.

Fonte-http://www.epochtimes.it/news/sette-cinesi-tentano-il-suicidio-davanti-alla-sede-di-un-giornale-statale—126729

English version,click here:
Seven Attempt Suicide Outside Newspaper Office in China

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