Cina: Concluso il processo-farsa di Bo Xilai
Matthew Robertson, The Epoch Times 27.08.2013
Il processo di Bo Xilai, ex stella del Partito Comunista ora caduto in disgrazia, si è concluso nel suo quinto e ultimo giorno il 26 agosto, con un insolito avvertimento rilasciato da Bo alle autorità di pubblica accusa.
«Il sistema legale cinese è progettato per impedire casi ingiusti e falsi, con la sua pubblica sicurezza, i sistemi di pubblica accusa e giudiziari che hanno un effetto di contenimento reciproco… è tutto progettato per impedire casi ingiusti e inscenati. Se ascoltate solo la parte della pubblica accusa, ciò creerà grande ingiustizia», ha detto al giudice.
Parole che Bo Xilai non avrebbe mai detto da segretario del Partito Comunista, ma seduto sul banco degli imputati, si è ritrovato in una posizione piuttosto differente.
(Nella Foto: Poliziotto di guardia durante il terzo giorno del processo a Bo Xilai, politico caduto in disgrazia, presso la Corte Intermedia di Jinan nella provincia dello Shandong, il 24 agosto 2013)
È stata inoltre una ricca osservazione da parte di Bo Xilai, secondo gli osservatori che conoscono la sua carriera politica. Secondo i critici, la sua scalata verso il successo nel Partito Comunista Cinese è stata segnata da straordinari abusi della giustizia penale e dei sistemi di sicurezza.
Negli annunci più recenti di Bo, prima di essere trascinato in mezzo a una brutale rissa politica, era il capo della grande città Sud-occidentale di Chongqing, dove è stato accusato di aver scosso migliaia di imprenditori e rivali politici usando il sistema legale. Lui e il suo vice Wang Lijun, che ha testimoniato contro di lui di recente, avrebbero accusato gli uomini d’affari di far parte della mafia, poi sono stati torturati per delle confessioni, imprigionati e sequestrati i loro beni.
Bo ha inoltre condannato un utente cinese di Internet a un anno di rieducazione tramite i lavori forzati a Chongqiing, a causa di uno scherzo scatologico su di lui attraverso i social media.
E nella sua precedente carica da ministro del Commercio, Bo Xilai è stato citato per crimini contro l’umanità in più di dieci Paesi per aver assistito Jiang Zemin, l’ex leader del Partito Comunista, nella persecuzione del Falun Gong, una pratica meditativa. Si sospetta che la campagna contro quel gruppo in Cina abbia portato a decine di migliaia di morti, molte delle quali dovute alle esecuzioni nel corso dell’espianto di organi.
Prima di essere ministro del Commercio, Bo è stato il segretario di Partito nella provincia Nord-orientale del Liaoning, e prima di questo, è stato il sindaco di Dalian, una città in quella provincia. In entrambi questi ruoli è stato accusato di aver aiutato a intensificare la persecuzione del Falun Gong, supervisionando la rapida espansione dei campi di lavoro forzato. Alcuni campi in quella regione sono diventati famosi per la loro brutalità. Il campo di lavoro femminile di Masanjia, ad esempio, è diventato pioniere nell’uso della tortura sessuale contro le praticanti del Falun Gong sotto la supervisione di Bo.
Gli ultimi quattro giorni hanno visto Bo affrontare la collera del sistema giuridico penale cinese, sebbene in questo caso il pugno di ferro dello Stato sia stato avvolto in molti strati di velluto, secondo gli avvocati in Cina che hanno seguito il caso da vicino e sono familiari con il percorso politico di Bo.
«Il processo sembrava uno spettacolo», sostiene Liu Zhengqing, avvocato per i diritti civili di Guangzhou, in un’intervista telefonica con The Epoch Times. «Bo è un tiranno. Se fosse diventato il leader della Cina, sarebbe stato perfino peggio di Mao Zedong».
Liu ha indicato la riduzione delle accuse di Bo nel processo, tre violazioni a partire dalle sei originariamente portate contro di lui dalle autorità dopo il suo arresto nello scorso anno.
A parte quello, «il processo non ha nemmeno toccato la questione dell’espianto degli organi, il tentativo di golpe o le campagne antimafia e del ‘cantare canzoni rosse’», che Bo ha avviato a Chongqing, secondo quanto affermato da Liu.
È stato riportato il tentativo di Bo di inscenare un golpe, insieme all’ex Zar della sicurezza Zhou Yongkang, per arrestare l’accesso al potere dell’attuale leader di Partito Xi Jinping, e andare lui stesso a capo del Partito Comunista. Secondo Liu è stato questo, piuttosto che la mera corruzione, che si pensa abbia scatenato la furia del
Partito sulla sua testa.
Liu ha affermato: «Il Partito Comunista Cinese non osa menzionare crimini pesanti» e «Bo lo sa molto bene».
Con questo vorticoso background nel quale né il Partito comunista, né Bo Xiliai desideravano essere trascinati all’aperto, il processo è diventato una negoziazione: a Bo è stato permesso di difendersi, ma ha continuato a cavillare sui dettagli dei crimini (relativamente) minori di cui era accusato, piuttosto che denunciare la legittimità del processo stesso.
Almeno quello è ciò che si conosce dalle trascrizioni del tribunale, che sono severamente riviste prima di essere rilasciate al pubblico sull’account di microblog della Corte Intermedia Popolare di Jinan, dove è stato tenuto il processo. Nessun video o audio di Bo sono stati rilasciati dalla sua udienza e delle fonti hanno raccontato al New York Times che alcune proteste di Bo sono state cancellate dai trascritti prima di essere pubblicati online.
Li Zhuang, avvocato della difesa penale cinese incarcerato da Bo in mezzo alla campagna antimafia di Chongqing, ha notato in un’intervista telefonica che Bo «è molto bravo a recitare».
L’avvocato cinese per i diritti civili Liang Xiaojun ha osservato che il processo non è sembrato andare liscio per le autorità. «Sembrava pensassero che avrebbe confessato i suoi crimini, ma invece ha negato tutte le accuse. Il processo ha rivelato molti segreti familiari dalla famiglia di un funzionario di alto livello, come Wang Lijun che aveva una cotta per Gu Kailai, Bo che schiaffeggiava Wang Lijun, Xu Ming che ha dato a Gu Kailai e a Bo Guagua molto denaro, Gu che aveva problemi mentali e via discorrendo». Si riferiva ad altri due personaggi del cast emersi durante il processo, il figlio di Bo Xilai, Bo Guagua, e Xu Ming, un socio d’affari della famiglia che ha ‘ingrassato’ il loro stile di vita con regolari apporti di denaro e regali.
Le autorità hanno preso inoltre gran cura nel contenere i danni nel punire Bo: la somma di corruzione e appropriazione indebita di cui era stato accusato era solo in milioni – non centinaia di milioni o perfino miliardi – di dollari. Le somme non erano troppo piccole da essere insignificanti, ma non troppo grandi da dare al Partito un brutto nome.
«Usare la corruzione per perseguire Bo è molto superficiale», ha detto Liang Xaojun. «Sono tutti corrotti».
Secondo le autorità, il verdetto contro Bo sarà rimandato a «data da determinare».
Fonte;http://www.epochtimes.it/news/concluso-il-processo-farsa-di-bo-xilai—123924
English Version:
http://www.theepochtimes.com/n3/264869-bo-xilais-stage-managed-trial-concludes-in-china/
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