Al rapporto Usa sui diritti umani che accusa la Cina di violazioni, Pechino ha risposto con una mossa definita esplicitamente “una rappresaglia”: la pubblicazione di un controrapporto sui diritti umani, dove si evidenziano le violazioni compiute negli States. Lo studio analizza i diritti umani a stelle e strisce sotto sei diverse prospettive, facendo riferimento anche alle responsabilità americane della crisi finanziaria.
Gli Stati Uniti - denuncia il documento di Pechino - pubblicano un rapporto “pieno di accuse riguardo alla situazione dei diritti umani in oltre 190 Paesi compresa la Cina, ma chiude gli occhi, ignora o addirittura nasconde le lampanti violazioni che avvengono sul suo territorio”.

Lo scopo di questo rapporto cinese, diffuso dall’Ufficio Informazione del Consiglio di Stato - spiega l’agenzia ufficiale Xinhua - è di “aiutare le persone di tutto il mondo a capire la reale situazione dei diritti umani negli Stati Uniti”.

Il testo prende in esame la situazione dei diritti umani negli Stati Uniti nel 2009 sotto sei diverse prospettive: vita, proprietà e sicurezza personale; diritti civili e politici: diritti economici, sociali e culturali; discriminazioni razziali; diritti delle donne e dei bambini e violazioni da parte degli americani dei diritti umani negli altri Paesi.

Dopo essere stata accusata da Washington di negare la libertà su Internet e quella Tibet, Pechino controbatte: l’America usare i diritti umani “come strumento politico per interferire negli affari interni degli altri Paesi, diffamare l’immagini delle altre nazioni e perseguire i propri interessi strategici”.

Il rapporto - l’11esimo del genere - attribuisce agli Stati Uniti la responsabilità della crisi finanziaria ed economica globale. La crisi, partita dai mutui subprime, secondo Pechino ha portato un grave disastro in tutto il mondo.

Fonte: TGCom, 12 marzo 2010