Cina: Hong Kong vota per la democrazia

Li Zhen, Epoch Times, 25.06.2014
HONG KONG - Domenica mattina gli abitanti più anziani della città si sono fatti avanti in nome della democrazia, durante il terzo giorno di un referendum informale che mira ad aiutare le decisioni per il futuro politico del territorio. Entro la fine della giornata, circa 700 mila persone, di tutte le età, hanno votato approvando il suffragio universale, secondo la modalità di una persona un voto.

«La gente di Hong Kong è veramente magnifica», ha detto Benny Tai Yiu Ting, un personaggio pubblico noto a Hong Kong e uno degli organizzatori del movimento di protesta civile Occupy Central With Love and Peace, che prevede di organizzare dei sit-in per far ottenere a Hong Kong una maggiore democrazia.

Nella foto: Domenica 22 giugno 2014: i cittadini di Hong Kong votano attraverso un sondaggio informale, organizzato da due università, per tentare di garantire il loro diritto di selezionare effettivamente i candidati che sperano di poter votare in futuro. (Cai Wenwen/Epoch Times)

Il referendum di Hong Kong non è per un candidato politico e non è nemmeno organizzato dal Governo. I cittadini di Hong Kong stanno votando in un sondaggio informale, organizzato da due università, per tentare di garantire il loro diritto di selezionare effettivamente i candidati che sperano di poter votare in futuro.

In questo momento, il Partito Comunista Cinese (Pcc) controlla quali abitanti di Hong Kong sono autorizzati a votare il capo dell’esecutivo attraverso un complicato processo elettorale.

«Anche se le autorità di Pechino ci hanno attaccato ancora e ancora… noi non cadiamo», ha detto Tai Yiu Ting, in un’intervista per i media di Hong Kong: «Vogliamo che le autorità di Pechino sappiano che ogni cittadino di Hong Kong che vuole un vero suffragio universaleha la possibilità di votare».

UNA CINA ARRABBIATA

È l’ultimo sviluppo nella lotta per il suffragio universale e Pechino non è felice.
In realtà, molti ad Hong Kong credono che il Pcc sia decisamente scontento e per questo ha cancellato il sito web per il voto on-line, popvote.hk, con un’offensiva coordinata di hacking.

ATTACCO MASSICCIO

CloudFlare ospita il sito per il sondaggio. La società web americana, spesso chiamata per prendersi cura degli attacchi che fanno collassare i siti web, ha detto in una dichiarazione che l’attacco al sito di Hong Kong, è stato «uno dei più grandi e più persistenti attacchi Distributed Denial of Service (DDoS) nella storia di internet». Un attacco DDoS utilizza una rete di computer per bombardare un bersaglio con una massiccia quantità di traffico, di fatto lo fa uscire da internet. Il giorno che è iniziato il voto Matthew Prince, ceo di CloudFlare, ha scritto su Twitter: «300Gbps+ stanno attaccando in questo momento». Trecento gigabits al secondo è una quantità enorme di dati.

IMPERTERRITI

A detta di tutti, l’arresto del sito web è servito solo a motivare ulteriormente i residenti di Hong Kong per far valere i propri diritti, infatti si sono recati in massa ai 15 seggi elettorali che fino al 29 giugno sono aperti per 12 ore al giorno.
In origine la votazione era prevista solo per tre giorni: dal 20 al 22 giugno, ma il termine è stato prorogato di una settimana a causa degli attacchi in rete.
Chan Kin-man, un organizzatore del movimento Occupy Central, ha espresso una visione simile in un’intervista a Voice of America. «Abbiamo visto che la gente di Hong Kong trova molto importante questo tema. Credo che sia a causa del libro bianco e delcyber attacco», ha detto.
«Sono molto insoddisfatti per il crackdown sui diritti fondamentali dei cittadini e sono venuti a votare. Mi sento molto fiducioso per Hong Kong».

PRESSIONE

Infatti, recenti pressioni del Pcc sembra abbiano galvanizzato i sentimenti del pubblico.
Il recente libro bianco pubblicato dall’Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato, il cui nome secondo il Partito comunista è Ufficio per la Propaganda estera, ha suscitato profondo risentimento nel pubblico. Il documento in questione ha cercato di reinterpretare il principio di un Paese, due sistemi sotto il quale Hong Kong è governata. D’ora in poi il regime cinese può cambiare a suo piacimento la Costituzione di Hong Kong, nota come Legge Fondamentale.
Il documento è stato condannato dagli attivisti di Hong Kong per aver rotto la promessa dell’ex leader comunista Deng Xiaoping, secondo cui Hong Kong avrebbe goduto di un alto grado di autonomia e il sistema sociale non sarebbe cambiato per 50 anni dopo il passaggio della ex colonia britannica alla Repubblica Popolare Cinese nel 1997.
Le agenzie mediatiche del Pcc hanno attaccato il movimento civile di Hong Kong dichiarandolo «illegale» e «dannoso».

VALORI CARDINALI

Domenica due veterani di Hong Kong si sono diretti verso la cabina elettorale, dopo aver constatato che non potevano votare da casa a seguito dell’attacco informatico.
Joseph Zen Ze-kiun, un cardinale cinese della Chiesa cattolica che ha servito come sesto vescovo di Hong Kong e Martin Lee Chu-ming, presidente fondatore del Partito Democratico di Hong Kong e noto attivista politico, si sono incontrati alla Casa Missionaria Salesiana in Chai Wan Road.
I due sono stati felici di sapere che oltre 500 mila persone hanno votato durante i primi due giorni.
«Non avrei mai sognato questo numero! – ha detto Lee – Non è una cosa facile. È la prima elezione al mondo di questo tipo. Tutti sanno che non ha legittimazione ad agire, ma allora perché così tante persone ancora votano on-line e aspettano in fila per votare? Questa è la cosa più importante», ha detto ai giornalisti sul posto.
Il cardinale 82enne la pensa in modo simile: «Potrei non vivere abbastanza per vedere un reale suffragio universale, ma voi giovani lo vedrete»
Fonte, Epoch Times, http://www.epochtimes.it/news/hong-kong-vota-per-la-democrazia—126574

English version: Hong Kong Votes for Democracy

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