Cina: la polizia di Guangzhou ‘espelle’ femminista dopo una campagna contro molestie sessuali
Le autorità del Guangdong, provincia meridionale cinese, hanno invitato un’attivista per i diritti delle donne ad andarsene, dopo che aveva lanciato una campagna attraverso dei manifesti contro le molestie sessuali sui trasporti pubblici.
L’attivista Zhang Leilei, che al momento vive nella capitale del Guangdong, Guangzhou, aveva pensato di distribuire delle spille con slogan contro le molestie e di attaccare manifesti con animali in stile fumetto sui mezzi di trasporto pubblici.
L’idea era di indossare le spille in pubblico, durante tutto il mese di maggio, per attirare l’attenzione sulle continue molestie sessuali e ‘mano morte’ di cui ogni giorno sono oggetto le donne sui treni, autobus e metropolitane cinesi.
Ma venerdì scorso ha ricevuto la visita della polizia.
“Sono venuti a cercarmi, e mi hanno intimato di smettere immediatamente con la mia campagna”, ha detto Zhang a Radio Free Asia. “Mi hanno comunicato che per i prossimi sei mesi ho il divieto di fare qualunque cosa a Guangzhou, e poi mi hanno ‘invitato’ ad andarmene a vivere altrove”.
Zhang pensa che le autorità siano preoccupate per l’immagine della città, che dal 6 all’8 dicembre 2017 ospiterà il Fortune Global Forum.
“Mi hanno detto che la mia campagna è troppo di rilievo. Avevo in mente altre azioni da portare avanti, ma ora non potrò più farlo…. Sono piuttosto giù di morale”.
In ogni caso, Zhang riconosce che fino adesso il suo attivismo ha influenzato un “gran numero di persone” e le ha ispirate a fare attivismo a loro volta.
“Ho visto molte persone interessarsi all’argomento delle molestie sessuali… vogliono parlarne in pubblico, vogliono agire anche in altre città. Sempre più persone diventano consapevoli delle discriminazioni sessuali”, prosegue.
“Eppure, il contesto è ostile per affrontare tematiche femministe”.
Zhang ha denunciato on line il divieto di portare avanti la propria campagna.
Nel suo post online scrive: “Mi hanno chiesto se sapevo delle ‘cinque femministe’ in carcere per la loro campagna contro le molestie sessuali. ‘Pensi che quello che fai sia diverso da quello che han fatto loro?’”.
Le ‘cinque femministe’ sono un gruppo di attiviste cinesi, che nel 2015 sono state incarcerate per cinque settimane, con l’accusa di disturbo dell’ordine pubblico, poiché avevano organizzato una campagna contro gli abusi e le molestie sessuali durante la Festa della Donna.
“Forse sono stupida, ma ho rimuginato a lungo sulla cosa, e ancora non ci sono arrivata. Non capisco perché andare in giro sui mezzi pubblici con una spilla contro le molestie sessuali può essere considerato qualcosa per cui venire arrestati”, prosegue il post di Zhang.
“Perché dite che le ‘cinque femministe’ hanno infranto la legge, ma intanto alla fine non sono state arrestate ufficialmente? Perché ci proibite perfino di usare il nostro stesso corpo come piattaforma per fare campagna?”
‘Azioni completamente sensate’
Xion Jing, editrice del sito web Feminist Voices, che è stato preso di mira dai censori di stato all’inizio dell’anno, ha comunicato che Zhang aveva già raccolto 40.000 yuan (5.800 dollari) in donazioni per realizzare i manifesti, ma che non ha potuto piazzare.
Ha quindi invitato la gente a indossare gli slogan.
“Queste sono azioni completamente sensate, e invece gli attivisti che le propongono sono trattati come persone da tenere d’occhio ed è intimato loro di andarsene”, ha detto Xiong.
“Quando abbiamo saputo quanto era accaduto, ci è sembrato piuttosto strano, perché la campagna contro le molestie è abbastanza diretta. L’atteggiamento della polizia di Guangzhou è alquanto agghiacciante”.
“E non si tratta solo di Zhang Leilei che viene mandata via dalla città. Sta succedendo anche ad altri. La polizia ha una lista di persone di cui vogliono sbarazzarsi prima del Fortune Global Forum”.
Gli attivisti di Guangzhou hanno comunicato a RFA che avevano in programma una cena per martedì, ma che è stata mandata a monte dall’intervento dei servizi segreti.
Stando a quanto detto dall’attivista per i diritti Wang Aizhong, alla fine si sono presentate circa una decina di persone, e l’evento si è tenuto alla presenza dei poliziotti.
“Alcuni hanno ricevuto una telefonata verso le 5.30 del pomeriggio per avvertirli di non partecipare, altrimenti sarebbero finiti in galera”, prosegue Wang. “Non hanno dato ragioni specifiche, ma forse hanno pensato che saremmo stati troppi, o che siamo già segnalati”.
Wang pensa che un’altra ragione potrebbe essere l’avvicinarsi del 28imo anniversario della protesta studentesca di Piazza Tiananmen, che cade il 4 giugno.
Wang, finita la cena, è stato interrogato per diverse ore, ma ha giurato che continuerà il suo attivismo nonostante le continue minacce ufficiali.
Traduzione Andrea Sinnove, LRF Italia Onlus
Fonte: Radio Free Asia, 22 mag 17
English article: Police in China’s Guangzhou ‘Expel’ Feminist Over Poster Campaign
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