Cina: L’esodo invisibile dei NORDCOREANI nella Repubblica Popolare Cinese. Rimpatriati, incarcerati e giustiziati

Molti nordcoreani tentano di fuggire dalla fame e dalla repressione rifugiandosi in Cina. Questi rifugiati sono vittime di persecuzioni anche da parte delle forze di sicurezza cinesi che,nonostante gli impegni internazionali, collaborano con la Corea del Nord.

Vengono rimpatriati nel loro Paese dove sono incarcerati e uccisi.

La Cina rimpatria con la forza i richiedenti asilo nordcoreani e arrestano e perseguitano anche i membri delle associazioni umanitarie che li assistono.

Chiaramente la Corea del Nord ha la responsabilità maggiore in tutto questo.

Ma il governo cinese ha ugualmente grosse responsabilità. Rimpatriare con la forza i richiedenti asilo costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale.

Human Rights Watch (HRW) ha raccolto prove schiaccianti sul traffico di “mogli” nordcoreane per uomini cinesi,così come le torture e le umiliazioni inflitte dalle autorità nordocoreane alle persone che rientrano nel Paese e che vengono incarcerate nei campi di lavoro forzato e nei campi di detenzione.

Le persone costrette al rimpatrio forzato possono vedersi infliggere lunghe pene carcerarie e anche la pena di morte, se il reato della loro fuga viene giudicato un tradimento.

Il loro numero esatto è impossibile da determinare .

Morte per i fuggiaschi
I nordcoreani che fuggono dal loro Paese vengono generalmente considerati dal loro governo come dei traditori o dei criminali, se lasciano il Paese senza autorizzazione ufficiale.

L’articolo 47 del codice penale del 1987 stabilisce quanto segue:
Ogni cittadino della repubblica che tradisce il suo Paese e il popolo scappando in un altro paese e passando dalla parte del nemico […] verrà rinchiuso in un istituto di correzione per un minimo di sette anni. Nel caso questa persona avesse commesso un reato di particolare gravità, sarà condannato a morte[…]…

L’articolo 17 recita:
“Chiunque valichi le frontiere della Repubblica senza autorizzazione sarà internato in un istituto di correzione per un minimo di tre anni”.

Gianni Taeshin Da Valle, Laogai Research Foundation,05/05/2014

Testimonianza :

COME SONO SCAPPATO DALLA COREA DEL NORD

China: the invisible exodus of North Korean people in the People’s Republic of China. They are returned to their country where they are imprisoned and executed

To escape from starvation and repression, many North Koreans take shelter in China. The Chinese police force persecutes these refugees and, although the international engagement, it cooperates with North Korea.

Once they are sent back to their country, they are imprisoned and killed.

China forces the North Koreans asylum seekers to repatriate and puts under arrest the members of humanitarian associations that help them. Obviously, North Korea has to answer to this business. But the Chinese government has a great responsibility as well. Forcing asylum seekers to return to their country is a flagrant violation of international law.

Damning evidence by Human Rights Watch (HRW) reports North Korean wives’ traffic for Chinese men, tortures and humiliations perpetrated by North Korean authorities to people that are detained in labor and detentions camps as soon as they return to the country.
People forced to repatriate can be detained or even sentenced to death, if the crime linked to their flight is considered a betrayal.

It is impossible to number the victims.

Death for the asylum seekers
North Korean government regards the North Koreans that flee the country as traitors or criminals, if they leave the country without a formal authorization.

Article 47 of the 1987 Criminal Law establishes as follows: “Every citizen of the Republic who escapes to a foreign country or defects to the enemy in betrayal of the country and the people […] shall be committed to a reform institution for not less than seven years. In cases where the person commits an extremely grave offense, he or she shall be sentenced to death.”

Article 17 stipulates: “Anyone who crosses the borders of the Republic without an authorization shall be committed to a reform institution for not less than three years”

Traduzione di Veronica Vercesi,Laogai Research Foudation

Condividi:

Stampa questo articolo Stampa questo articolo
Condizioni di utilizzo - Terms of use
Potete liberamente stampare e far circolare tutti gli articoli pubblicati su LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, ma per favore citate la fonte.
Feel free to copy and share all article on LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, but please quote the source.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Internazionale.