Cina: Liberato Hu, difensore dei diritti umani
Hu Jia, noto dissidente, è stato liberato, dopo tre anni e mezzo di carcere, ed è tornato dalla moglie Zeng Jinyan che ha fatto sapere su Twitter che sono “salvi e felici”. Le procedure della polizia cinese sono drastiche e spesso basta poco per incorrere in una sentenza. Hu è stato condannato per “istigazione alla sovversione contro la sovranità statale”, per aver dato, prima delle Olimpiadi di Pechino del 2008, interviste a media stranieri; aveva tenuto i collegamenti con dissidenti e attivisti uniti nella difesa e nel rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa. Hu Jia ha comunque annunciato che “continuerà la sua missione” di difensore dei diritti umani. Per evitare ogni clamore la polizia ha accompagnato Hu a casa nella notte, alle ore 2,30 ma non senza condizioni. Evitare di rilasciare interviste: una zona di un chilometro circostante la sua abitazione, nella Pechino orientale, l’altro ieri era sotto stretto controllo della polizia, che identificava ogni passante. Da tempo i dissidenti liberati sono posti ad arresti domiciliari di fatto. Hu è riuscito a rispondere in breve per telefono a una televisione, rinnovando il suo impegno per la difesa dei diritti, anche se “qualche volta è difficile rimanere devoti e leali… Leali alla moralità, leali verso i diritti della gente, leali con la coscienza”. I genitori di Hu laureati ed esponenti universitari di spicco, accusati di essere “di destra”, furono mandati a lavorare nelle zone agricole. Per la loro esperienza Hu riporta le loro raccomandazioni: “Vivi una vita normale, non ti scontrare con il regime, perché è un regime davvero crudele e viola in modo arbitrario la dignità dei cittadini”. Starà attento rassicura Hu, ammalato e bisognoso di cure per la sua epatite B cronica, non migliorata in prigione. Nel dicembre del 2008 L’Unione europea aveva insignito Hu del premio Sakarov per i diritti umani, scontrandosi con il “regime” cinese. In questi giorni invece, il premier Wen Jiabao ha iniziato la visita a tre Paesi europei: L’Ungheria, La Gran Bretagna, e la Germania.
Diego Luise
Fonte: La Voce d’Italia, 28 giugno 2011
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