Cina, Liu Xiaobo prova a fare ricorso
Il più noto dissidente cinese, Liu Xiaobo, ha presentato ricorso contro la condanna a 11 anni di reclusione subita il mese scorso per istigazione a sovvertire i poteri dello stato.
Lo ha reso noto uno dei suoi avvocati ammettendo però che Liu non spera che venga l’istanza venga accolta. La condanna del dissidente, 54 anni, è stata basata su alcuni articoli pubblicati dai siti web stranieri e sul fatto che Liu è stato uno dei primi firmatari di Carta 08, un documento che critica il Partito comunista cinese e chiede l’instaurazione in Cina di un sistema democratico. L’avvocato, Shang Baojun, ha spiegato che il dissidente «ha presentato appello direttamente al Tribunale il 29 dicembre scorso…ma si rende conto che non ci sono molte speranze di una revisione della sentenza». Il processo contro il dissidente è stato celebrato in due ore il 23 dicembre scorso e la condanna è stata annunciata nel giorno di Natale, probabilmente nel tentativo di contenere le proteste in Cina e all’estero. Nel 1989 Liu, che allora insegnava all’Università di Pechino, sostenne il movimento studentesco che si batteva per la democrazia e che fu represso con il massacro del 4 giugno di Piazza Tiananmen, nel quale persero la vita centinaia di persone. Per il ruolo giocato nel movimento del 1989, il dissidente ha trascorso quasi due anni in prigione, subito dopo il massacro. In seguito ha continuato la sua attività pubblicistica e ha scontato tre anni di detenzione in un campo di «rieducazione attraverso il lavoro».
Fonte: L’Unità, 4 gennaio 2010
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