Cina. Miniere e fonderie nello Yunnan sempre più inquinanti
Mentre il governo cinese investe energie alla ricerca di soluzioni per l’inquinamento imperante, le industrie estrattive e trasformative progrediscono. L’industria mineraria e di trasformazione sta causando seri problemi nello Yunnan, nella Cina sud-occidentale.
In aprile, Greenpeace ha condotto analisi nella città meridionale di Jinding su acqua, suolo e polveri, rendendo noti i risultati martedì 9 giugno. Qui ha sede la più grande miniera asiatica, da dove vengono estratti principalmente zinco e piombo. Ma alla miniera, all’attività estrattiva, si aggiunge il processo di fusione e trasformazione compiuto dagli impianti di fonderia, le cui esalazioni investono la città.
“Le industrie che inquinano regnano nella Cina orientale e si stanno espandendo nelle province più povere a ovest del paese”, ha detto Ada Kong, responsabile della ricerca per Greenpeace. E ha espresso il suo “shock” per “la vicinanza tra gli impianti industriali e le abitazioni della popolazione”. Distanza che in alcuni casi è inferiore al centinaio di metri, in palese violazione degli standard di sicurezza, ma anche della legislazione del governo locale.
Le attività industriali e minerarie rilasciano nell’atmosfera metalli tossici come piombo, nichel, stagno e zinco, dannosi per la salute umana e per la maggior parte delle forme di vita che finiscono col respirarli, producendo difficoltà respiratorie, malattie renali o il cancro come conseguenze tra le più gravi registrate in chi si trova esposto continuativamente a questi metalli. Le donne possono anche subire un aborto, problemi di fertilità o malformazioni del feto.
Nel 2006 la fonderia ha convenuto che la distanza minima tra le zone residenziali e la fabbrica fosse di 600 metri, promettendo di reinsediare i cittadini al di là di questo limite. Ma ai residenti, da allora, non è rimasto che esprimere il loro malcontento, la preoccupazione per la paura della continua esposizione a metalli pesanti e per gli effetti nocivi sulla salute, in particolare sui bambini, più inclini ad assorbire il piombo.
Nel mese di marzo, il ministero cinese dell’Industria e dell’Information Technology ha introdotto norme severe per quanto riguarda la produzione di piombo e zinco, per ridurre i gravi problemi di salute derivanti dal grave inquinamento. Tuttavia, nonostante gli sforzi del governo cinese, nella provincia dello Yunnan Greenpeace denuncia la continua ed aggressiva espansione dell’industria estrattiva e trasformativa.
Omissis,11/06/2015
English article,Greenpeace:
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