Cina. Pu Zhiqiang noto avvocato diritti umani da un anno in carcere. Non può accedere a un giusto processo

Pu Zhiqiang è uno più stimati avvocati per la difesa dei diritti civili in Cina e da un anno è rinchiuso in carcere senza poter accedere a un giusto processo. Le imputazioni formali, infatti, sono state rese pubbliche dalle autorità soltanto venerdì, dando avvio all’iter che lo condurrà in tribunale.

L’uomo era stato arrestato il 6 maggio 2014, dopo aver preso parte a un dibattito sugli eventi di Piazza Tienanmen e in seguito incriminato, non solo per incitamento all’odio raziale, ma anche di fomentare il dissenso e creare disordine pubblico.

Entrambe le accuse pendono ancora sul capo del recluso, mentre quelle di incitamento alla sovversione contro il potere statale, di separatismo e di appropriazione illegale di informazioni, sono state ritirate. Inoltre, nonostante i recenti sviluppi, Pu non ha ancora ricevuto nessun documento ufficiale per l’iscrizione al registro degli indagati.

Le notizie ci pervengono attraverso il legale dell’imputato, Shang Baojun, che mostra un atteggiamento positivo, dato il ridimensionamento delle denunce. Tuttavia, va ricordato che per le restanti accuse sono previste pene fino a 10 anni e generalmente i tribunali cinesi sono poco propensi all’assoluzione.

Shang incontrerà presto Pu per definire le strategie da adottare al processo, ma è molto probabilmente si riterrà innocente.

Anche Amnesty International si è prodigata per la liberazione dell’uomo che in passato si è opposto pubblicamente contro l’esistenza dei laogai e ha anche difeso il famoso dissidente Ai Weiwei.

Appare ovvio che il partito stia cercando di dare un segnale forte e scoraggiante a tutti gli avvocati che, come Pu, vogliono difendere le libertà fondamentali, ma è anche sintomo di una propensione degli individui a opporsi alla repressione.

Proprio ieri è avvenuta la liberazione su cauzione di suo nipote, anch’egli avvocato e accusato di appropriazione illegale di informazioni, ma l’atteggiamento delle autorità non deve essere interpretato come un alleviamento della repressione che, secondo quanto riportato da Radio Free Asia, sta ostacolando in ogni modo l’operato dei difensori.

Fonte: Radio Free Asia

English article, Radio Free Asia:

Laogai Research Foundation,21/05/2015

 

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