Cina, rime vietate

Le autorità cinesi hanno incriminato il dissidente Zhu Yufu con l’accusa di sovversione per aver scritto una poesia in cui esorta la gente a difendere la propria libertà. Si tratta dell’ultimo attivista al centro dell’attenzione del governo che ha coinvolto tanti dissidenti cinesi nel periodo compreso tra Natale e il capodanno cinese. Nonostante la repressione in atto, il governo cinese ha negato una stretta di vite nei confronti degli attivisti, specie dopo le parole dell’ambasciatore Usa in Cina, Gary Locke, secondo il quale la situazione si starebbe «deteriorando».

LA CINA DIFENDE I DIRITTI UMANI.
«Queste dichiarazioni non sono vere», ha prontamente risposto il portavoce del ministero degli Esteri Liu Weimin, «la Cina attribuisce grande importanza alla promozione e alla tutela dei diritti fondamentali e gli interessi delle persone di tutte le etnie, compresa la libertà di espressione e di religione». Per quanto riguarda alcune persone che hanno problemi con la legge, ha specificato il portavoce del governo cinese, «non siamo di fronte a un’oppressione della libertà di espressione o di religione, bensì siamo di fronte a una violazione delle leggi e dei regolamenti cinesi e tutto questo non ha niente a che fare con il più generale discorso dei diritti umani».

Accuse di incitamento alla sovversione del potere
Nonostante queste premesse, le autorità hanno incriminato Zhu Yufu, considerato uno tra i veterani degli attivisti cinesi. Zhu, 58 anni, di Hangzhou, Sud della Cina, era stato arrestato in aprile per «incitamento alla sovversione del potere dello Stato», un’accusa spesso utilizzata contro i critici del Partito comunista. Non è ancora stata fissata la data del processo, secondo quanto dichiarato ai media dal suo avvocato.

POESIA DURANTE LA PRIMAVERA IN MEDIO ORIENTE.
«La ragione principale da cui dipende l’imputazione è una poesia che Zhu aveva scritto chiedendo alle persone di manifestare. Aveva scritto la poesia nel momento in cui si stavano sviluppando le rivolte in Medio Oriente», ha specificato il suo avvocato. «Lui crede nella libertà di espressione», ha chiosato il legale.

TEMPO DI RIVOLTA IN PIAZZA.
Le autorità hanno comunicato la decisione di perseguire Zhu quasi un anno dopo la scrittura della poesia dal titolo «È il momento». Il South China Morning Post, mercoledì 18 gennaio, riporta alcuni versi del componimento di Zhu: «È tempo cinesi / La piazza è di tutti / È il momento di muoversi e scendere in piazza per fare una scelta!». La poesia era stata pubblicata su internet. I gelsomini e la loro paventata rivoluzione in Cina colpiscono ancora: il punto in comune tra tutti i recenti arresti è proprio quel momento dello scorso anno cinese. L’adesione, più o meno formale, a una rivolta che però non è mai avvenuta.

Simone Pieranni

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Leggi l’articolo pubblicato da Golfpeople

Fonte: Lettera43, 18 gennaio 2012

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