Cina: sangue e diritti umani, tibetani e uiguri. Se ne parla a Trento con dibattiti, libri e una mostra fotografica

di Marco Rastelli

Ancora sangue in Cina. La regione cinese del Xingjiang (nota anche come Turkestan orientale) è abitata dalla minoranza etnica uigura di religione islamica, che da molti anni costituisce quasi un “secondo Tibet” agli occhi di Pechino. Dal Xingjiang oggi giungono notizie di manifestazioni di piazza represse con violenza: il primo bilancio provvisorio è di 3 morti, 20 feriti e centinaia di arresti. La leader del popolo uiguro, Rebiya Kadeer (a destra), oggi costretta all’esilio negli Usa, si batte da sempre con gli strumenti della nonviolenza per ottenere da Pechino autonomia e rispetto per la cultura uigura. Un’intervista a questa grande donna, realizzata il 5 maggio di quest’anno dall’Unità, si può leggere sul sito di Emma Bonino, che da anni appoggia le rivendicazioni del popolo uiguro.

I fatti di sangue del Xingjiang riportano per l’ennesima volta alla luce la tragica situazione dei diritti umani in Cina. A questo proposito vogliamo segnalare un’interessante serie di eventi che si svolgerà a Trento dal 16 al 23 luglio. In via Calepina 1, presso la Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, si terrà la mostra fotografica itinerante: «Diritti umani: quali? Realtà dei diritti umani e spunti per la loro applicazione» (a sinistra, una foto esposta) cui seguiranno alcuni filmati sulla situazione dei diritti umani. Verrà analizzata anche la situazione dei laogai, i campi di concentramento (a destra) tuttora molto diffusi in Cina.

Il 16 luglio alle ore 18 si svolgerà a Trento la prima di una serie di tavole rotonde cui parteciperanno: Toni Brandi, presidente della Laogai Research Foundation Italia, Gunther Cologna e Luciano Michelozzi, consiglieri dell’Associazione Italia-Tibet, Michele Nardelli, presidente del Forum per la Pace e i Diritti Umani, Ghesce Lodoe Ghyatso, Lama tibetano in esilio, e Gianni Festini Brosa, Presidente dell’Associazione Samten Choling Onlus. Durante la settimana della mostra 6 monaci tibetani eseguiranno un mandala di sabbia (che alla fine verrà distrutto, a significare l’impermanenza e il non-attaccamento alle cose). Il 17 luglio si terrà un dibattito dal titolo «Tibet: passato, presente e futuro», e il 23 luglio verrà presentato il libro della Laogai Research Foundation: «La strage degli innocenti. La politica del figlio unico in Cina».

Infine, agli amanti della cultura tibetana vale la pena di ricordare un’altra mostra fotografica, questa volta a Roma. Di tema non politico in sè, è però culturalmente importante perché dedicata alla sopravvivenza di un’importante tradizione spirituale tibetana: il bön. Dall’8 al 31 luglio 2009 si terrà alla sala Santa Rita di Roma «CHÖD. Il sacrificio di sè. Il pellegrinaggio sacro nella tradizione spirituale prebuddhista tibetana», un evento espositivo multimediale curato dall’etnologo Martino Nicoletti, che vuole illustrare le forme contemporanee di una spiritualità precedente l’introduzione del buddhismo in Tibet.

www.milleorienti.com

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