CINA: voluto da Xi Jinping, i bagni pubblici hanno il riconoscimento facciale
Dal 2015 le autorità hanno stanziato quasi 3 miliardi di dollari per la modernizzazione dei bagni pubblici in tutto il Paese, una battaglia lanciata da Xi Jinping in persona. Ma con le nuove tecnologie aumenta anche il controllo sui cittadini.
“Guarda qui per tre secondi e avrai la carta igienica”. Bisogna mettere i piedi dentro l’area di riconoscimento facciale e fissare la macchina. A quel punto 90 centimetri di carta igienica, non uno di più né uno di meno, strisciano fuori dall’erogatore. Un po’ di privacy sacrificata per ridurre gli sprechi (solo dopo due minuti si ha diritto a altri 90 centimetri) e soprattutto evitare il tanfo: mentre lo schermo dei nuovi bagni pubblici 2.0 installati a Zhangzhou, provincia meridionale del Fujian, legge i loro connotati, gli utenti possono conoscere il livello di ammoniaca e dei solfiti presenti nelle varie toilette. Quindi scegliere quello più salubre. Ma per chi pensa di trattenersi più a lungo del dovuto, niente da fare, un sensore fa scattare l’allarme costringendolo a uscire.
Ecco la frontiera dei WC intelligenti cinesi, raccontata con ironia ma anche con orgoglio dal Quotidiano del Popolo. Perché in parallelo alla modernizzazione del Paese, quella dei suoi bagni pubblici è una battaglia di salute e civiltà lanciata da Xi Jinping in persona, tre anni fa. In Cina molte famiglie non hanno ancora una toilette privata in casa (le Guardie rosse durante la Rivoluzione culturale le distruggevano come simboli borghesi), nelle campagne quelle comuni sono spesso poco più di un buco in mezzo a un prato, veri e propri incubatori di malattie. Così dal 2015 a oggi le autorità, tra governo centrale e province, hanno stanziato quasi 3 miliardi di dollari per costruire o ristrutturare 68 mila bagni in tutto il Paese, per la gioia di cittadini e turisti, mentre altri 64mila sono in programma entro il 2020.
E già che ci siamo, l’ultima tendenza è costruirli il più tecnologici possibile. Sempre Zhangzhou, città pioniera di questa “rivoluzione delle toilette”, è stata tra le prime a installare latrine che si disinfettano da sole. Nel 2017 a Pechino sono comparsi i primi prototipi di bagni con il riconoscimento facciale. Mentre un progetto negli “hutong”, gli antichi vicoletti nel cuore della Capitale, prevede di utilizzare le impronte digitali per riservare alcuni WC esclusivamente agli abitanti del quartiere. Sperando che si lavino le mani.
Come tutte le priorità del presidente Xi, anche questa ha spinto gli obbedienti funzionari locali al limite dell’esagerazione, spesso oltre. Qui e là in Cina sono spuntati bagni pubblici con il wi-fi o le prese per ricaricare il cellulare, altri con statue e sculture, altri ancora con frigobar, tv schermo piatto e lustrascarpe. Sprechi da decine di migliaia di dollari che hanno provocato indignazione sui social e spinto le stesse autorità a chiedere moderazione: non servono toilette a 5 stelle. Ma questa è la punta folkloristica di un progetto serissimo e finora di successo, visto che la percentuale di famiglie cinesi che giudica “accettabili” i propri bagni è salita in 15 anni dal 7,5 all’80%.
Fonte: La Repubblica,20/12/2018;
https://www.repubblica.it/esteri/2018/12/20/news/riconoscimento_facciale_e_impronte_digitali_in_cina_arrivano_i_bagni_pubblici_intelligenti_-214699449/
Versione inglese,Abacus News:
China’s public toilets have facial recognition now… thanks to Xi Jinping
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