Il segretario di stato americano Hillary Clinton ha concluso la sua visita in Cina con in tasca la promessa del governo cinese di consentire all’avvocato non vedente Chen Guangcheng di recarsi negli Stati Uniti per motivi di studio. Dopo una settimana di trattative e di colpi di scena, gli Stati Uniti hanno annunciato ufficialmente che Pechino consegnerà rapidamente al militante e alla sua famiglia “i documenti di viaggio appropriati”. Chen Guangcheng ha ricevuto un’offerta per una borsa di studio presso l’Università di New York (NYU). Il dissidente si era rifugiato il 26 aprile presso l’ambasciata americana a Pechino, qualche giorno prima l’arrivo di Clinton nella capitale per un vertice bilaterale annuale; da lì era stato trasferito mercoledì all’ospedale, formalmente per curare una ferita al piede, risultato della sua fuga dagli arresti domiciliari. Una volta in ospedale, dove ha riabbracciato i familiari, Chen ha fatto sapere di temere per la sua sicurezza e di voler lasciare la Cina, almeno temporaneamente. Tuttora Chen sarebbe sotto stretta sorveglianza delle forze di sicurezza che impediscono a chiunque di avvicinarlo. Il direttore di Amnesty International a Washington si è detto rallegrato dell’accordo concluso con le autorità cinesi, anche se adesso si tratta di capire se Pechino si conformerà ai suoi impegni. Il dissidente cinese in esilio, Bob Fu, che aveva mobilitato l’opinione pubblica americana per la causa di Chen ed era stato invitato dal Congresso americano nel momento culminante della crisi, si è congratulato con Clinton e con l’ambasciatore americano in Cina, Gary Locke. “Questo annuncio è importante e corrisponde agli auspici di CHen”, ha indicato Fu, che invita comunque a restare vigilanti verso il comitato di sostegno e gli altri membri della famiglia Chen: “Pechino rivolge una mano verso la libertà ma con l’altra colpisce i difensori dei diritti civili”.

Fonte: TM News, 5 maggio 2012