Comunismo: arrestato in Cina l’editore di un libro sulla corruzione del PC
La polizia di Weinam ha arrestato l’editore Zhao Shun perché ha pubblicato un libro-verità sulla diffusa corruzione delle autorità locali durante la costruzione della Diga Sanmen Gorge sul Fiume Giallo, negli Anni ’50. Lo rivela Zhou Ze, avvocato di Xie Chaoping, l’autore del volume che la polizia ha prelevato dalla sua abitazione di Pechino il 19 agosto scorso e che si trova ancora in prigione (“AsiaNews”, 17 settembre 2010).
La grande migrazione – questo il titolo del libro di Xie Chaoping – ricostruisce la vicenda attraverso documenti e testimonianze dei residenti della zona, cacciati dai loro villaggi per costruire la diga, senza ricevere indennizzi. I contadini dell’area raccontano che le autorità di Weinan (Shaanxi) li hanno cacciati dalle loro terre, a centinaia di migliaia, e si sono pure intascate gli indennizzi stanziati dal governo centrale. Senza terra, senza denaro, intere famiglie si sono dovute trasferire alla ricerca di un nuovo posto dove risiedere.
Parecchi sono morti di fame durante la carestia, seguita alla dissennata politica economica del “Grande balzo in avanti”, ideata e portata avanti pervicacemente da Mao Tse-tung, che fra il 1958 e il 1962 ha ucciso circa trenta milioni di cinesi. Secondo Zhou Ze, le autorità contestano a Zhao Shun di avere continuato a stampare il libro nonostante fosse stato dichiarato «pubblicazione illegale». Pare che la polizia dello Shaanxi stia svolgendo indagini persino su parecchi operai della stamperia. L’arresto dell’editore ha suscitato ampie critiche e molti evidenziano come il regime comunista perseguiti la gente anche per le sole opinioni. Su internet sono numerosissimi i commenti negativi e non manca il sarcasmo: la polizia arresterà anche i correttori di bozze e i compositori del libro?
Zhang Qianfan, professore di diritto presso l’Università di Pechino, definisce «terribile» la decisione di arrestare l’editore e suggerisce di togliere questo potere a polizia e autorità locali e di sottoporre simili casi agli uffici del Procuratore. «Sembra – commenta, dando voce alla convinzione generale – che i funzionari tentino di nascondere la verità sulle accuse di corruzione» del libro.
Fonte: Corrispondenza Romana, 2 ottobre 2010
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