Condanna a morte in Cina eseguita in diretta tv (Video)
La Cctv, la televisione di Stato cinese, ha mostrato ieri in diretta quattro condannati a morte che venivano condotti ammanettati mani e piedi sul luogo dell’esecuzione.
Il birmano Naw Kham, considerato il capo di una banda che nel 2011 ha rapito e ucciso 13 turisti cinesi sul fiume Mekong, è stato il primo a essere ripreso mentre veniva fatto entrare in un’ auto della polizia davanti alla prigione di Kunming, nel Sud della Cina.
L’uomo ha guardato nella telecamera con un sorriso tirato prima di essere costretto a piegare la testa e a salire sull’auto che l’ha poi portato in una località non specificata dove verrà ucciso con un’ iniezione letale.
Dopo di lui i suoi tre complici – un thailandese, un laotiano e un apolide – sono stati protagonisti di spettacoli analoghi. La Cctv ha rinunciato solo all’ultimo momento a mostrare in diretta l’esecuzione di Naw Kham, come aveva annunciato ai mezzi d’informazione cinesi. La zona nella quale è avvenuta la strage dei turisti, ai confini tra Thailandia, Cina, Laos e Birmania (o Myanmar), sfugge al controllo dei governi di quei Paesi. Al suo interno agiscono più o meno liberamente gruppi secessionisti delle minoranze etniche locali e bande criminali, spesso dedite al traffico di droga.
La Cina ha una lunga tradizione di esecuzioni capitali in pubblico. Per il governo di Pechino l’eliminazione di Naw Kham rappresenta un forte risultato politico: il criminale era diventato famoso in tutto il Paese, oggetto di una caccia all’uomo durata molti mesi nella quale le autorità cinesi non hanno risparmiato mezzi, volendo dare un segnale.
Secondo l’avvocato del condannato, Liu Xiaoyuan, quanto avvenuto «non solo è contrario all’etica, ma anche contro la legge in materia penale», secondo cui le esecuzioni capitali non possono essere pubbliche. Critiche sono arrivate anche via Twitter e su Weibo ( il social network cinese) come quelle di Nicholas Bequelin, esponente di Human Rights Watch, e quelle dello sceneggiatore Zhao Dongling.
Ma c’è anche chi, come l’avvocato Zhang Peng, difende la scelta dell’emittente perché «per un grande trafficante, che ha distrutto tante vite, una trasmissione del genere non calpesta la dignità umana, non aggraverà l’insicurezza nella società e non dovrebbe essere criticata».
Ultime Notizie Cina News,Marzo 2013
English version,The Guardian:
Chinese television broadcasts condemned men before execution
Video-esecuzione:
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