CONSEGNATA ALLA LAOGAI RESEARCH FOUNDATION LA MOZIONE SUI CAMPI DI LAVORO FORZATO CINESI
Il Presidente del Consiglio regionale, Marco Depaoli, insieme al consigliere Pino Morandini, ha incontrato Toni Brandi, il coordinatore nazionale per l’Italia della Laogai Research Foundation.
L’associazione, instituita a Washington nel 1992 da Harry Wu, detenuto nei Laogai per 19 anni, si occupa della ricerca e della diffusione di notizie riguardo ai campi di lavoro forzato cinesi. Nell’occasione è stata consegnata a Brandi la mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale lo scorso 10 novembre e presentata dallo stesso Morandini, che impegna la Giunta Regionale ad informare la popolazione trentina ed alto atesina sulla realtà dei Laogai e, condannando l’esistenza di questi campi di lavoro, ad attivarsi attraverso i canali istituzionali più opportuni per garantire il rispetto dei diritti umani in Cina.
“I Laogai - spiega Toni Brandi - sono la rete dei campi di concentramento Cinesi, attualmente almeno mille, dove lavorano, in condizioni disumane, diversi milioni di donne, uomini e bambini a vantaggio del Regime Comunista Cinese e di numerose multinazionali che investono in Cina.” “I Laogai – aggiunge - producono tutto: macchinari, frutta, passata di pomodoro, prodotti tessili, legumi, the, mobili, scarpe etc. Esistono addirittura dei siti internet in molte lingue, dei quali 33 in Italiano, dove vengono pubblicizzati i prodotti dei Laogai che vengono esportati in tutto il mondo. Si tratta di una vera schiavitù, dove gli operai lavorano forzatamente, senza alcun rispetto dei diritti basilari dell’uomo. Le persone costrette nei Laogai, inoltre, spesso non hanno nemmeno subito un processo oppure vi vengono imprigionati per motivi futili che nascondono motivazioni politiche.”
All’incontro è stato presente anche Danilo Merz, presidente di Coldiretti, anch’egli impegnato da tempo su questo tema: “Il 20% dei prodotti dei Laogai sono prodotti agricoli – ha detto - alcuni dei quali finiscono anche sulle nostre tavole. I Laogai sono una realtà dove non solo vi è uno sfruttamento disumano della manodopera, ma anche una produzione massificata che danneggia l’intero sistema economico ed anche i nostri stessi agricoltori. Inoltre esiste il pericolo, a fronte degli acquisti di grandi proprietà terriere anche al di fuori dei confini cinesi che il governo di Pechino sta portando avanti, che questo modello sia esportato altrove nel mondo, con conseguenze ancora più devastanti.”
“I Laogai – ha detto Pino Morandini – rappresentano uno degli aspetti più drammatici della società cinese. Questa forma di lavoro forzato, che vìola i trattati internazionali sui diritti dell’uomo che la Cina stessa ha firmato, danneggia non solo l’economia internazionale, ma soprattutto la stessa società cinese, dove a fronte di una minoranza del 15% della popolazione che vive con un reddito alto o almeno accettabile, vi è una larghissima minoranza costretta a vivere in condizioni precarie.” Morandini ha voluto anche ricordare come “in Cina è ancora in atto una politica di controllo demografico che porta ogni anno a migliaia di aborti forzati, soprattutto di embrioni di sesso femminile, che il Governo cinese non vuole, a dispregio del diritto a vivere dell’individuo.”
“L’intero Consiglio Regionale – ha ricordato infine il Presidente Marco Depaoli – ha voluto appoggiare questa mozione. Si tratta di un piccolo impegno, a fronte della vastità del problema internazionale, ma che rappresenta un passo importante per sensibilizzare su un problema solo apparentemente lontano, ma che invece riguarda tutti noi, poiché è nostro dovere mantenere sempre alta l’attenzione per garantire che ovunque sia tutelato il rispetto della vita e dei diritti umani.”
Fonte: Consiglio del Trentino Alto Adige, 25 febbraio 2010
http://www.regione.taa.it/archivi/aa_consiglio/index.asp?cerca=OK&numero=706
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