Il 19 /12/2008 nell’Aula Magna del Liceo Scientifico Statale “Leon Battista ALBERTI” di Minturno la prof. Maria Vittoria Cattania, coadiuvata dalla dott. Maria Vincenza Pincelli, col sussidio di mezzi multimediali, ha illustrato a 350 studenti e numerosi professori i tratti distintivi dell’economia cinese ed il suo impatto sulla realtà occidentale. L’argomento che più ha impressionato l’uditorio è stato il traffico di organi predati ai condannati a morte senza il loro consenso e la risposta debole della Cina con il film di regime “LETTERE DAL BRACCIO DELLA MORTE” nel quale, contro ogni consuetudine confuciana e tradizionale, una moritura chiede di donare gli organi (vedi in questo sito Mustela Rixosa, PELI ESPLOSI). Conosciute le dichiarazioni di eminenti clinici canadesi e australiani, direttori delle Associazioni per i trapianti dei loro paesi, e le testimonianze di medici cinesi, ora profughi, che confermano la provenienza degli organi dai condannati a morte, è esplosa la rabbia di alcuni studenti di fronte all’inerzia dei governi occidentali. Questi, infatti, abbagliati dal grande bluff cinese, non osano imporre il rispetto dei diritti umani come “conditio sine qua non” alla prosecuzione del commercio euro-cinese. Le prove del grande bluff cinese si ricavano dall’attento raffronto delle statistiche ufficiali, dalle foto satellitari, che mostrano paesaggi desolati e città in rovina anni 50, e dai resoconti di quelle industrie o multinazionali, che, dopo aver ceduto molta esperienza e know-how ai loro partner cinesi, si sono ritirate dalla Cina per non cedere altro in cambio di nulla. Gli studenti allora hanno proposto di divulgare al massimo le notizie apprese e le professoresse Aceto e Di Nitto di ripetere la manifestazione, mostrando filmati che illustrino in modo più particolareggiato la letteratura e la storia della Cina attuale. Purtroppo il desiderio delle due docenti non può essere immediatamente soddisfatto per la mancata “elaborazione del lutto” da parte degli stessi cinesi, ancora oppressi, di fronte alla crudeltà dei tempi, che hanno vissuto. Solo da un paio d’anni sono apparsi alcuni bellissimi racconti, dei quali non mancheremo di dare notizia, ma nessun film, che non sia di pura propaganda. Non esiste oggi in Cina un equivalente della memorialistica ebraica o della lagernaja literatura, la letteratura dei lager, sovietica. Ci auguriamo che questa possa vedere presto la luce nella stessa Cina. Sarà una prova che il clima è davvero cambiato.
L’incontro è stato arricchito dall’intervento del Preside Cav. Michele Graziosetto, che ha riconosciuto la ricerca storica a 360 gradi, la contestualizzazione degli avvenimenti e la memoria condivisa come necessità urgenti per il nostro paese, possibili da realizzare solo con il rispetto reciproco verso gli antichi avversari e quindi con la salvaguardia dei diritti umani nei loro confronti.