Corsa agli armamenti nel Sud-est asiatico, per contrastare “l’imperialismo” cinese

Le nazioni del sud-est asiatico hanno lanciato una corsa agli armamenti, per “controbilanciare” l’espansionismo cinese e lo strapotere politico-economico di Pechino nella regione Pacifico e su scala internazionale. È quanto emerge dagli ultimi rapporti sulla rete internazionale del commercio di armi, definito “in espansione”, che vede Vietnam, Filippine e Indonesia in prima fila nella corsa all’acquisto. L’obiettivo dei governi, secondo fonti bene informate, non è quello di “sfidare” Pechino in modo aperto “sul piano militare”, ma creare un “deterrente strategico” che costringerà il Dragone a “riflettere a lungo” prima di intraprendere anche solo un conflitto di scala regionale. Fra i punti al centro della controversia e fonte di un possibile confronto militare, vi sono le rivendicazioni territoriali nel mar Cinese meridionale e orientale.
Di recente Hanoi si è assicurata due sottomarini di fabbricazione russa, chiedendo aiuto a tecnici ed esperti di New Delhi per l’addestramento di militari vietnamiti. Le Filippine guardano invece al cielo, con Manila pronta a firmare l’acquisto di uno squadrone di caccia dalla Corea del Sud e di tre elicotteri provenienti dall’Italia. Questa corsa è spiegata dagli esperti di questioni militari su un piano strategico “internazionale”, che supera le controversie territoriali nel Pacifico, e il Sud-est asiatico resta un “mercato aperto” rispetto alle limitazioni in Medio oriente.
Nella corsa agli armamenti il Vietnam guarda in direzione di Mosca, suo mentore e protettore ai tempi della Guerra fredda, per l’acquisto di caccia e fregate. Dall’India arriva la scorta di batterie anti-missilistiche, mentre sono in corso colloqui con diverse nazioni europee - fra cui la Francia - per navi e radar. Nonostante le tensioni retaggio della guerra, il governo si rivolge anche agli Stati Uniti e auspica che Washington possa allentare presto le restrizioni sulla vendita.
Discorso analogo vale per le Filippine, che a lungo hanno ignorato la necessità di ammodernare le forze armante, contando sulla protezione e il sostegno - anche materiale - degli Stati Uniti. Tuttavia, dalla sua ascesa al potere il presidente Benino Aquino ha voluto invertire la rotta, aumentando i fondi destinati all’esercito. Da qui l’accordo (da quasi 500 milioni di dollari) con Seoul per alcuni aerei da combattimento leggeri, viatico per l’acquisizione - in un futuro prossimo - di F16 da Washington. A questo si aggiungono 10 guardiacoste dal Giappone, ma anche Mosca sembra aver fiutato l’affare e potrebbe stringere presto accordi con Manila.
Infine l’Indonesia, la più grande fra le nazioni del Sud-est asiatico, anch’essa in cerca di espansione. Jakarta ha comprato sottomarini sud-coreani, missili cinesi, jet russi e F16 statunitensi. Nella scorsa decade il bilancio per la difesa è cresciuto del 200%, toccando quota sei miliardi di dollari, ed è in corsa per diventare il Paese leader nella regione per armamenti.

Fonte: Asia News, 23 febbraio 2013

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