Quali sono le condizioni di vita nei Laogai?
Maltrattamenti di ogni tipo sui prigionieri
Le condizioni di vita nei LAOGAI sono orribili. L’orario di lavoro arriva fino a 16 ore al giorno, secondo il tipo di attività praticata (industria, campi o miniere). Sicurezza ed igiene non esistono. Il giaciglio è sulla nuda pietra. Il cibo è inadeguato e sempre somministrato in proporzione al lavoro eseguito. La fame è la fedele compagna del detenuto. Fortunato chi lavora nei campi perché può trovare serpenti, rane e tane di ratti con chicchi di soia o grano per sfamarsi. Sfortunato il detenuto che lavora nell’industria in città. I pestaggi e le torture sono all’ordine del giorno. Frequenti le scariche elettriche e la sospensione per le braccia. Manfred Nowak, inviato delle Nazioni Unite che ispezionò nel dicembre 2005 alcune prigioni in Cina, ha denunciato il continuo abuso della tortura e chiesto al Governo di Pechino di eliminare le esecuzioni capitali per crimini non violenti o per ragioni economiche. Nel suo rapporto del 10 marzo 2006 ha denunciato anche le confessioni estorte con la tortura. Le punizioni nei LAOGAI includono pure l’isolamento forzato per numerosi giorni, quasi sempre senza cibo, in cellette di circa due-tre metri cubi, in compagnia dei propri escrementi. Non è sorprendente che tale clima di abusi, fame, continui maltrattamenti e vessazioni induca i detenuti persino al suicidio.