Così il made in China diventa made in Italy.(Video Mediaset)

Un servizio di “Striscia la notizia” spiega come funziona il trucco nei pronto moda: bastano pochi centesimi. E i cinesi appaltano il lavoro anche a un italiano.

PRATO. Per trasformare il made in China in made in Italy bastano un’etichetta e pochi centesimi. Lo hanno scoperto Fabio e Mingo, gli inviati del tg satirico “Striscia la notizia” di Canale5, che nell’edizione di ieri sera, 17 novembre, hanno firmato un servizio da Prato sul fenomeno del cambio di etichetta sui capi tessili, che appunto trasforma il made in China in made in Italy.

Un complice degli inviati si è prima rivolto al titolare di un pronto moda cinese, chiedendo di mettere l’etichetta de made in Italy sui capi provenienti dalla Cina. Nessun problema, per il cinese, il servizio sarebbe costato dai 20 ai 50 centesimi a capo.

Poi il complice di Fabio e Mingo ha contattato un altro cinese che ha detto che il servizio sarebbe stato fatto da un italiano.Quest’ultimo ha chiesto 60 centesimi per ogni etichetta tolta e sostituita col made in Italy. A questo punto Fabio e Mingo si sono palesati, suscitando il comprensibile imbarazzo del primo cinese, che ha promesso che non lo farà più, mentre l’italiano ha allargato le braccia.

Il Tirreno Prato,18/11/2014

Video mandato in onda da Striscia la Notizia il 17/11/2014, clic qui: “Così il made in China diventa made in Italy”

 

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