Crisi idrica cinese, stanziati 240 miliardi di euro. Gli esperti: non è solo questione di soldi

Liang Xin,Epoch Times, 26.02.2014

Il ministro cinese della Tutela dell’Ambiente ha annunciato recentemente un «piano d’azione per la prevenzione dell’inquinamento idrico» da circa 240 miliardi di euro. Ma gli esperti sono scettici poiché questa misura non è sufficiente e neanche il denaro.

Nella foto l’apertura della diga di Xiaolang nella provincia di Henan, in Cina. (Reuters/Contrasto)

Secondo quanto riportato dal media statale Xinhua, il piano dovrebbe ridurre l’inquinamento idrico della Cina del 30-50 per cento. Ma He Zhe, studioso ambientale di New York, dubita che il progetto porti a dei risultati soddisfacenti dato che la cifra non è sufficiente.

Riferendosi a molti impianti chimici, stabilimenti siderurgici, produttori di fertilizzanti e di farmaci che sono fonte di inquinamento del suolo,

He ha dichiarato a Sound of Hope Radio (Soh) che «a meno che non si depuri il terreno, la pioggia e i fiumi trasportano tutte le sostanze inquinanti nei sistemi per il trattamento dell’acqua potabile».

Ha poi aggiunto: «La questione non riguarda la quantità di soldi destinata al progetto, ma l’inazione delle autorità».

I risultati di uno studio condotto dal China Youth Daily sulla qualità dell’acqua in 118 città cinesi ha mostrato che soltanto il tre per cento dei corpi idrici possono essere classificati come puliti; il 64 per cento dell’acqua sotterranea delle città è «seriamente inquinata» e il resto è «inquinata».

He ha osservato che, dato che in Cina non esiste un sistema pienamente funzionante che consenta alle vittime dell’inquinamento di ottenere risarcimenti e visto che le autorità non si impegnano a far rispettare le norme, il costo per scaricare le sostanze inquinanti è molto basso per queste imprese.

Secondo He l’unica soluzione per fermare le fabbriche che inquinano sarebbe chiuderle e aggiunge: «Il crescente tasso di inquinamento ha portato a un’industria di disinquinamento, che sta assistendo a una notevole crescita in termini di profitto».

SVILUPPO ECONOMICO

Wang Jian, uno studioso dell’acqua di Pechino, ha dichiarato a Soh che le misure della Cina per il miglioramento della qualità dell’acqua non hanno avuto successo, nonostante la quantità di soldi spesi.

Ha infatti spiegato: «È la conseguenza di uno sviluppo economico controproducente, che dimostra che si sbaglia a ignorare le questioni ambientali a favore della crescita dell’economia».

Wang ha sottolineato che, sebbene ingenti somme di denaro siano state stanziate per operazioni di disinquinamento, tali servizi non sono in grado di risolvere o comunque prevenire i problemi di inquinamento emergenti.

L’ambientalista cinese Ma Jun, direttore dell’Institute of Public & Environmental Affairs, ha commentato: «In Cina l’acqua sotterranea impiega mille anni per recuperare qualità e la cosa peggiore è che in Cina non esistono leggi o norme per la tutela delle acque sotterranee».

Fonte,Epoch Times,http://www.epochtimes.it/news/crisi-idrica-cinese-stanziati-240-miliardi-di-euro-gli-esperti-non-e-solo-questione-di-soldi—125570

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Fixing China’s Water Pollution Takes More Than Money

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