Democrazia, diritti umani e libertà religiosa: incontro con il cardinale Joseph Zen al PIME di Milano

Chiara Gatti, Laogai Research Foundation, 23/05/2015
Mercoledì 20 maggio presso il centro missionario PIME di Milano si è svolto un incontro con il cardinale Joseph Zen e padre Gianni Criveller, missionario del PIME. Il cardinale, vescovo emerito di Hong Kong dal 2003, ha operato per molti anni sia in Cina, tra Shanghai e Hong Kong, sia in Italia dove nel 1961 ha completato i propri studi religiosi. Nel 2006 viene ordinato cardinale e da allora si occupa principalmente della difesa dei diritti di residenza e autonomia delle scuole cattoliche a Hong Kong, partecipando attivamente a numerose proteste e scioperi della fame.

Nel 2014, insieme ad altri protestanti contro la legge del 2003 relativa alla sicurezza nazionale di Hong Kong, organizza un referendum per votare per la democrazia, ottenendo l’appoggio di circa 800.000 cittadini. Nello stesso anno, tra settembre e dicembre, partecipa e riveste un ruolo attivo nell’occupazione pacifica del centro di Hong Kong, manifestazione oggi conosciuta come “Occupy Central”.

Dopo una breve introduzione sulla vita e sull’operato del cardinale, padre Criveller pone diverse domande all’ospite: la prima riguarda l’impegno del cardinale nel far sì che venga instaurata una democrazia a Hong Kong e quali speranze e aspettative nutre a riguardo; il cardinale risponde che purtroppo l’avvenimento della democrazia non sarà un processo rapido, poiché il governo centrale cinese ostacola il fenomeno, in quanto teme possa avere poi un’influenza sul resto della nazione.

A tal proposito il cardinale Zen richiama la legge basilare del 2007 che prometteva ai cittadini di Hong Kong l’affermazione della democrazia e la difesa di tutte le libertà.

L’intervista prosegue concentrandosi sulle conseguenze della “Occupy Central” nei confronti del dibattito con il governo e sulle tensioni sociali che negli ultimi mesi hanno scosso il clima a Hong Kong; il cardinale Zen replica che l’occupazione del centro della città è da interpretare come un atto di disobbedienza nei confronti del governo, il quale rifiuta di avere un dibattito pacifico e costruttivo con coloro che chiedono la democrazia. Specifica poi che durante la manifestazione, rinominata anche “rivoluzione degli ombrelli”, solo il 25% dei partecipanti erano studenti, mentre gli altri partecipanti erano presenti solo a tutela degli studenti stessi, ma non per condividere le idee e gli ideali per cui essi occupavano il centro.

Prosegue affermando che le tensioni sociali a Hong Kong dell’ultimo periodo non riguardano il problema della democrazia, bensì sono dovute alla crisi economica e all’aumento di imprenditori cinesi del continente che portano ricchezza nella città, ma che essa rimane concentrata nelle mani di pochissimi accrescendo la disuguaglianza tra i più ricchi e i più poveri.

Il cardinale ci tiene poi a puntualizzare che il movimento politico in corso per ottenere la democrazia non va inteso come supportato da un’antipatia nei confronti dei cinesi: Hong Kong non chiede l’indipendenza dalla Cina ma solo un regime democratico e più autonomia.

A questo punto padre Criveller focalizza le proprie domande sulla questione della chiesa e dell’evangelizzazione a Hong Kong: domanda quali sono i punti saldi e le debolezze della chiesa cattolica a Hong Kong e che prospettive di crescita ci sono per la stessa; il cardinale replica che ad oggi la chiesa conta quasi 300.000 fedeli e che nella città è un’istituzione rispettata e prestigiosa a livello sociale, in quanto in passato ha aiutato molti rifugiati politici che arrivavano a Hong Kong per sfuggire al comunismo e ancora oggi lotta per l’autonomia delle scuole e per la tutela dei diritti umani. Cardinale Zen precisa poi che la diocesi di Hong Kong conta circa 60 preti più circa 300 missionari provenienti da tutto il mondo e che si stimano quasi 4000 battesimi di adulti l’anno; constata, quindi, che la chiesa cattolica sta lentamente subendo un processo di crescita in termini di fedeli anche grazie a una diffusa perdita di valori umani e morali dopo le riforme di Deng Xiaoping.

La conferenza prosegue appunto sul confronto tra la situazione della chiesa durante le campagne politiche del maoismo e quella venutasi a creare con l’ascesa al potere di Deng Xiaoping e le sue riforme di apertura e modernizzazione della Cina, anche in termini di libertà di fede religiosa.

Il cardinale Zen replica che gli effetti di questa riforma sono ambivalenti: se da un lato si è assistito effettivamente a un progresso a maggiori libertà, dall’altro è bene ricordare che esse sono comunque molto controllate e appositamente concesse solo per fini economici e di arricchimento del paese.

Viene richiamata l’attenzione anche sul problema della perdita di valori morali e del valore dell’uomo stesso come diretta conseguenza delle riforme politiche del governo: in questo senso, la chiesa cattolica cosiddetta “clandestina” ha assistito ad un aumento dei propri fedeli dato che il governo non tenta nemmeno di nascondere quanto la chiesa cattolica “ufficiale” sia una farsa, completamente in balia del governo e delle sue esigenze. Ad esempio di ciò basta dire che l’assemblea dei rappresentanti cattolici è presieduta da un membro laico del partito comunista e che alle conferenze episcopali prendono parte anche ufficiali del governo, gli stessi che gestiscono i proventi della chiesa.

Padre Criveller prosegue l’intervista ponendo l’attenzione sul rapporto tra la Santa Sede e la chiesa cattolica in Cina e se esiste un dialogo costruttivo tra le parti e sulla situazione tra chiesa clandestina e chiesa ufficiale nella diocesi di Shanghai; il cardinale risponde che la situazione è statica poiché non vi è possibilità di comunicazione e compromesso con Roma. Il cardinale Zen puntualizza che è bene affermare e accettare che al momento non può esistere un dialogo efficace tra le parti. Afferma, inoltre, che le due chiese a Shanghai convivono pacificamente nell’ammirazione e nel rispetto reciproco.

L’ultima domanda posta al cardinale riguarda gli elementi che secondo lui hanno bisogno in questo momento i cinesi e in particolare i cattolici cinesi; Secondo il cardinale Zen vi è una speranza di democrazia e libertà per la Cina poiché il presidente cinese in carica sembra propenso all’attuazione di numerose riforme e sta portando avanti con piccoli successi la lotta alla corruzione all’interno delle cariche governative.

L’incontro termina con un caldo ringraziamento da parte del PIME al cardinale e a padre Criveller omaggiandoli di alcune stampe di figure religiose ricalcate da lastre di vetro del secolo scorso.

Si ricorda, infine, che l’incontro con il cardinale Zen si inserisce in una serie di ulteriori iniziative di TuttaunaltrafestaFamily, fiera del commercio equo e solidale a Milano dal 22 al 24 maggio.

Laogai Research Foundation, 23/05/2015

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