Due tibetani si immolano a Lhasa
Il 27 maggio, due giovani tibetani si sono immolati dandosi fuoco nel primo pomeriggio davanti al tempio del Jokhang, nel cuore di Lhasa. La notizia è stata confermata dalle agenzie di stampa cinesi. Le forze di sicurezza, subito accorse, hanno spento le fiamme con gli estintori e portato via i corpi dei due nuovi eroi tibetani: Dorjee Tseten (nella foto), diciannove anni, morto all’istante, e Dargye, ventidue anni, ricoverato in ospedale in condizioni definite “stabili”. Dorjee Tseten era originario di Bora (Contea di Labrang – Provincia del Gansu) mentre Dargye è nativo di Ngaba (Provincia del Sichuan), la località che nell’arco dell’ultimo anno è stata teatro di numerosi casi di auto immolazione. Al momento non è dato sapere se fossero monaci o laici: le agenzie parlano genericamente di “due uomini tibetani”. Sonam Gyatso, un monaco del monastero di Drepung nel sud dell’India ha fatto sapere ai redattori del sito di informazione Phayulche i due tibetani avevano affittato una stanza nelle vicinanze del Jokhang. Hanno lasciato il loro alloggio attorno alle 14.15 (ora locale) e si sono dati fuoco. “Avvolti dalle fiamme, hanno compiuto alcuni passi e poi sono stramazzati a terra”. Testimoni oculari riferiscono che la polizia ha fermato chiunque ha tentato di avvicinarsi al luogo dell’immolazione, soprattutto i turisti, e ne ha sequestrato i telefoni cellulari. “ Nel giro di un quarto d’ora tutta l’area delle immolazioni è stata ripulita” – ha detto un turista – “e non è rimasta alcuna traccia dell’accaduto”. A Lhasa le misure di sicurezza preventive sono state rafforzate e, secondo fonti tibetane all’interno della Regione Autonoma, sono particolarmente controllati e addirittura perquisiti i turisti che si trovano nelle vicinanze del Jokhang o del Palazzo del Potala. La stessa agenzia di stato Xinhua riporta che tutta la zona attorno al Jokhang è circondata dalle forze dell’ordine e che i movimenti dei pellegrini e degli stranieri sono soggetti a limitazioni e controlli. Dorjee Tseten e Dargye si sono immolati nel sesto giorno di un mese particolarmente sacro ai buddisti tibetani. Ricorre, infatti, la celebrazione del Saka Dawa che ricorda la nascita l’illuminazione e la morte del Buddha. Centinaia di tibetani, in preghiera, si erano uniti agli abitanti di Lhasa e compivano le circumambulazioni rituali attorno al tempio del Jokhang e al Potala. I giorni scorsi le autorità cinesi avevano imposto ai dipendenti e ai pensionati governativi e agli stessi studenti di non prendere parte ad alcuna cerimonia religiosa.
Fonte: Radio Free Asia, 28 maggio 2012
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