Il Grande balzo in avanti. Professore fa luce sulle atrocità dimenticate in Cina.

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Ricordando i più grandi omicidi di massa nella storia del mondo.

Questa settimana il Professore di Diritto della George Mason University, Ilya Somin, ha offerto un meritevole promemoria storico su un dimenticato episodio della storia cinese, un problema al quale la società spesso si riferisce come, “mai più”.

Non c’è motivo creare paragoni tra l’Olocausto, i Gulag Sovietici, o le politiche sociali della Cina come il Grande Balzo in Avanti che portò alla Grande Fame e poi alla Rivoluzione Culturale. Ognuno di essi sono stati episodi orribili nel loro essere al loro tempo. L’olocausto tentò di sterminare svariati tipi di persone in molti paesi. I Gulag Sovietici così come il movimento dei 100 Fiori in Cina erano strettamente contro gli stessi cittadini della propria nazione, come ha sottolineano il professor Somin, “in linea generale, è più semplice identificarsi con vittime che sembrano più simili a noi”.

Ci sono state notevoli risorse impiegate e molto attivismo da parte dei sopravvissuti dell’Olocausto piuttosto che dalle vittime del sistema dei Laogai (sistema di lavoro forzato della RPC) o dei Gulag Cinesi. Questa è la mera realtà, si possono trovare musei dell’Olocausto in qualsiasi grande città a livello internazionale ma solo un museo è dedicato ai Laogai in Cina. Questo potrebbe essere culturale o dovuta al fatto che molti sopravvissuti oggi, che da allora sono scappati dalla Cina Comunista, hanno ancora famiglie spesso perseguitate proprio perchè i loro parenti si sono “espressi” contro il regime.

Il museo LaoGai è una dimostrazione della battaglia di Harry Wu, fatta per rendere consapevole il pubblico del dispotico sistema Comunista Cinese attivo per più di mezzo secolo. Nel museo è indicata un’opinione simile, “没有權利遗忘” (meiyou quanli yiwang), “non c’è diritto di dimenticare”. Il Museo LaoGai, Trovato a Nord di Dupont Circle a Washington D.C., è una straordinaria istituzione che porta consapevolezza sul sistema di lavoro forzato cinese e che agisce come una testimonianza delle vittime raccontando la loro storia.

Così come anche il Professor Somin ha fatto notare, c’è una “tendenza generale a sminuire i crimini commessi dai regimi comunisti, in opposizione ai regimi autoritari di destra”. La società, specialmente in occidente, dovrebbe fare attenzione a minimizzare le atrocità per ideologie politiche. Il professor Somin porta esempi del mondo odierno compreso il Venezuela. È anche una preoccupazione crescente da quando il colpo in Turchia ha iniziato a radunare accademici, giornalisti, e ha iniziato a censurare gli sbocchi dei media. Se il “mai più” deve essere davvero istituito, allora le persone devono tutte collettivamente non dimenticare la storia, tracciare paralleli ed esprimersi. Per coloro che hanno familiarità con la storia cinese, l’editoriale di Mao dell’ 8 Luglio contro gli Anti-Destra proclamò coloro contro il comunismo una minaccia, le erbacce devono essere strappate alla radice per far fiorire l’erba. Così come appare, la Turchia ha poca tolleranza per i punti di vista alternativi e se non ci si rendesse conto si arriverebbe ancora a commentare “come è potuto accadere? Che cosa abbiamo dimenticato?”, capiremo cosa sta succedendo e vi metteremo uno stop così da non riaccadere di nuovo?

L’articolo del Professor Somin dal Washingotn Post è riportato qui sotto

Ricordando il più grande omicidio di massa della storia del pianeta.

Di: Ilya Somin,3 Agosto, 2016

Chi è stato il più grande assassino di massa nella storia del pianeta? La maggior parte delle persone probabilmente pensano che la risposta corretta sia Adolf Hitler, colui che architettò l’Olocausto. Altri potrebbero ipotizzare il dittatore sovietico Joseph Stalin, che potrebbe in effetti essere riuscito ad uccidere ancora più innocenti di Hitler, molti dei quali parte di una carestia del terrore che probabilmente ha tolto più vite dell’olocausto. Ma sia Hitler che Stalin furono surclassati da Mao Zedong. Dal 1958 al 1962, la sua politica del Grande Balzo in Avanti portò alla morte di 45 milioni di persone, rendendola facilmente la più grande strage mai registrata.

Lo storico Frank Dikötter, autore dell’importante libro “La grande carestia di Mao” (“Mao’s Great Famine”), ha recentemente pubblicato un articolo su History Today, riassumendo l’accaduto:

“Pensava di poter catapultare il suo paese oltre i suoi competitori ammassando paesani di tutto il paese in enormi comuni di persone. Nel voler perseguire un paradiso utopico, tutto venne collettivizzato. La gente si vide portar via il proprio lavoro, le proprie case, la terra, le proprietà e i sostentamenti. In mense collettive, il cibo, distribuito a cucchiaiate per merito, divenne un arma usata per costringere le persone a seguire qualsiasi comando del partito. Dato che gli incentivi a lavorare furono rimossi, coercizione e violenza venivano invece usate per costringere contadini affamati a lavorare su sistemi di irrigazione poveramente progettati mentre i campi venivano trascurati.

Ne conseguì una catastrofe di dimensioni gigantesche. Estrapolando dalle statistiche della popolazione, gli storici hanno speculato su decine di migliaia persone morte di fame. Ma le vere dimensioni di ciò che è accaduto stanno venendo alla luce solo ora grazie ai rapporti stilati dallo stesso regime durante la carestia…

Ciò che appare da tale dossier imponente e dettagliato è un racconto di orrore nel quale Mao emerge come uno dei più grandi assassini di massa della storia, responsabile della morte di almeno 45 milioni di persone tra il 1958 e il 1962. Non è solo l’estensione della catastrofe che schiaccia le stime precedenti, ma anche la maniera in cui molte persone sono morte: tra i due e i tre milioni di vittime furono torturate a morte o sommariamente uccise, spesso per la minima inflazione. Quando un ragazzo rubò una manciata di grano in un villaggio dello Hunan, il boss locale Xiong Dechang forzò suo padre di sotterrarlo vivo. Il padre morì di dolore pochi giorni dopo. Il caso di Wang Ziyou fu riportato alla direzione centrale: una delle sue orecchie fu tagliata, le sue gambe legate con il fil di ferro, un sasso di dieci kilogrammi fu gettato sulla sua schiena e poi fu marchiato con uno strumento rovente – punizione per disseppellito una patata.”

Gli studiosi sono a conoscenza dei fatti principali del Grande Balzo in Avanti da molto tempo. Il lavoro di Dikötter è degno di nota per aver dimostrato che il numero delle vittime potrebbe essere stato anche più grande di quello che si pensava, e che l’omicidio di massa era più chiaramente intenzionale dalla parte di Mao e includeva un gran numero di vittime che venivano uccise o torturate, in opposizione al morire “semplicemente” di fame. Anche i 30 milioni o più, precedentemente estimati, avrebbero comunque fatto di questa strage la più grande della storia.

Mentre gli orrori del Grande Balzo in Avanti sono ben conosciuti agli esperti a proposito di comunismo e storia cinese, loro sono raramente ricordati dalla gente comune fuori della Cina, e ha avuto solo un modesto impatto culturale. Quando gli occidentali pensano ai grandi demoni della storia del mondo, raramente pensano a questo. In contrasto agli svariati libri, film, musei, e giorni della memoria dedicati all’olocausto, lo sforzo per ricordare il grande Balzo in Avanti è minimo, o per essere sicuri che la società abbia imparato tale lezione. Quando si promette “mai più”, spesso non si pensa che si dovrebbe applicare anche a questo genere di atrocità, così come quelle fomentate dal razzismo e antisemitismo.

Il fatto che le atrocità di Mao sono risultate in molte più morti di quelle che Hitler non avrebbe necessariamente significato, fa sì che Mao è il peggiore dei due. Il più grande strumento di morte è parzialmente il risultato del fatto che Mao ha governato su una popolazione molto più larga per molto più tempo. Ho perso molti parenti nell’Olocausto, e non voglio in nessun modo sminuire il suo significato, ma la vasta scala delle atrocità comuniste cinesi li mette nella stessa stima generale. Per lo meno meritano molto più riconoscimento di quello che hanno ricevuto.

  1. Perché guardiamo indietro al Grande Balzo in Avanti così raramente?

Come si spiega una tale negligenza? Una risposta possibile è che la maggior parte delle vittime furono paesani cinesi – persone che sono culturalmente e socialmente distanti dagli intellettuali Occidentali e dai media i quali hanno una maggiore influenza nella nostra consapevolezza storica e cultura popolare. In linea generale, è più semplice identificarsi con vittime che sembrano più simili a noi.

Ma c’è un fattore ancora più grande nella nostra relativa negligenza del Grande Balzo in Avanti e fa parte della tendenza generale di sminuire i crimini commessi da regimi comunisti in opposizione ai regimi autoritari di destra. A differenza dei giorni di Mao, oggi pochi intellettuali occidentali simpatizzano veramente con il comunismo. Ma molti sono riluttanti nell’accettare pienamente quale male terribile fu, impauriti forse che altre cause di sinistra possano venire contaminate per associazione.

Tale riluttanza è una ovvia risposta al fatto che il Partito Comunista governa ancora la Cina. Benché hanno ripudiato molte delle politiche specifiche di Mao, il regime trae ancora gran parte della sua legittimità dalla sua eredità. Io ho personalmente assistito all’ambivalenza ufficiale della Cina su questa tematica, quando ho trattato la questione mentre insegnavo un corso come professore in visita ad un’università cinese nel 2014.

  1. Perché è importante?

Sia per i cinesi che per gli occidentali, il mancato riconoscimento della vera natura del Grande Balzo in Avanti si porta dietro conseguenze serie. Alcuni sopravvissuti del Grande Balzo in Avanti sono ancora vivi tutt’oggi. Loro meritano un ben più grande riconoscimento delle orribili ingiustizie di cui hanno sofferto. Si meritano anche un risarcimento per le loro perdite e l’inflizione di una punizione appropriata ai restanti perpetratori.

Inoltre, il nostro continuare a fare un punto morto nella storia dei crimini commessi da Mao e dagli altri “governanti” comunisti, ci porta a sottostimare gli orrori di tali politiche e aumenta la probabilità di future recidive. La terribile storia della Cina, dell’URSS e dei loro imitatori dovrebbe avere permanentemente screditato completamente il socialismo come il fascismo fu screditato dai Nazisti. Ma non è ancora successo completamente.

Recentemente, il governo socialista del Venezuela ha imposto il lavoro forzato per molta parte della sua popolazione. Eppure, la maggior parte dei media che riportano tali ingiustizie, non riescono a notare la connessione con il socialismo o che tali politiche hanno paralleli nella storia dell’Unione Sovietica, della Cina, di Cuba e di altri regimi simili. Un’analisi dichiara persino che il problema reale non è soltanto “socialismo in quanto socialismo” ma piuttosto il “il tipo specifico di socialismo, che fonde idee di “cattiva” economia con un distinto marchio di prepotente uomo forte” ed è prono all’autoritarianismo e alla “cattiva condotta”. L’autore semplicemente ignora il fatto che “la prepotenza dei grandi uomini” e la “cattiva amministrazione” sono tipici dei stati socialisti in tutto il mondo. Le nazioni scandinave, a volte prese come esempio di un riuscito socialismo, in realtà sono tutt’altro che socialiste, perché loro non rappresenti la proprietà statale dei mezzi di produzione e in molti casi hanno più mercato di molte altre nazioni occidentali.

La situazione strategica del Venezuela non sorprenderebbe nessun familiare con la storia del Grande Balzo in Avanti. Noi vorremmo migliorare le cose dando finalmente una maggiore meritata attenzione al più grande episodio di omicidio di massa della storia.

Laogai Research Foundation Washington, 5 ago 16

Traduzione E.R. Laogai Research Foundation Italia ONLUS

English article, Laogai Research Foundation Washigton ONLUS:

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