Guangdong, anche la “seconda Wukan” vince la sua lotta

Gli abitanti di Wanggang, la “seconda Wukan”, hanno vinto la loro battaglia contro la corruzione del governo comunista e il furto delle terre. Dopo due giorni di manifestazione, infatti, il governo provinciale del Guangdong ha accettato di investigare sulla vendita dei terreni sotto accusa e ha bloccato la commissione elettorale incaricata di seguire lo scrutinio dei voti per le elezioni del villaggio. I manifestanti, circa un migliaio, hanno assediato nei giorni scorsi la sede del governo provinciale del Guangdong a Guangzhou, denunciando la locazione della terra collettiva da parte del locale capo del Partito Comunista. La nuova protesta si è verificata a ridosso di quella di Wukan, il piccolo centro che ha sfidato il governo locale ottenendo l’intervento delle autorità centrali a fianco dei residenti. La soluzione del problema di Wukan - anche se non definitiva - ha fruttato un’ondata di consensi a Wang Yang, il segretario provinciale comunista, ritenuto un riformista. Tuttavia, alcuni esperti hanno sottolineato che la “mano morbida” usata nel caso di questo villaggio sia da imputare più che altro a congiunture favorevoli, e non a un cambiamento di rotta nelle politiche centrali. A conferma di questa teoria, diversi esponenti dell’ala “dura” del Partito comunista hanno criticato con forza Wang: essi affermano che la “debolezza” mostrata verso Wukan avrebbe portato a nuove proteste. Cosa che si è poi verificata alcuni giorni dopo. Inoltre, la “soluzione” di Wukan non ha ancora prodotto frutti concreti e lo stesso leader dei manifestanti – poi nominato segretario comunista locale – ammette che “non sa quando e se i terreni saranno restituiti”. Al centro della disputa di Wanggang, proprio come in quella di Wukan, c’è la cessione delle terre collettive del villaggio a imprenditori privati che, secondo i dimostranti, si arricchiscono senza aver pagato un giusto indennizzo agli espropriati. Un gruppo di manifestanti è stato ricevuto dal vicesindaco di Guangzhou, che ha promesso l’apertura di un’inchiesta entro il 19 febbraio.

Fonte: Asia News, 19 gennaio 2012

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