Hong Kong in piazza. La Cina al mondo: “Non vi immischiate”

La tensione ad Hong Kong resta altissima. Nonostante il governo abbia annunciato il ritiro della polizia antisommossa - invitando i manifestanti a liberare le strade - decine di migliaia di studenti e cittadini stanno occupando pacificamente il centro, dopo una notte di violenze e di arresti che aveva fatto temere il peggio.

Il ministero degli Esteri cinesi ha avvertito Stati Uniti e altre nazioni di non immischiarsi negli affari di Hong Kong perché le proteste sono una questione interna. Lo riporta il quotidiano South China Morning Post. Oggi Londra - come fa sapere il Foreign Office - ha espresso preoccupazione riguardo la situazione a Hong Kong e ha invitato le parti in causa ad impegnarsi in “discussioni costruttive”.
In serata la ribattuta degli Stati Uniti. “Gli Usa seguono da vicino la situazione a Hong Kong e sostengono le aspirazioni della popolazione di Hong Kong”, afferma il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest.

Da questa mattina bloccano una vasta area di Hong Kong Island che dal quartiere delle banche di Central si spinge fino al quartiere commerciale di Causeway Bay, e oltre. Altri concentramenti sono in corso in altre zone dell’ isola di Hong Kong e nella penisola di Kowloon, secondo i manifestanti.

“Vogliamo solo la democrazia, staremo qui finché il governo non ci darà rispste”, dicono due giovanissimi volontari che distribuiscono acqua, frutta e biscotti ai partecipanti alla protesta. Più di 200 linee di autobus sono state sospese o deviate, il traffico è stato interrotto e diverse stazioni della metropolitana sono state chiuse. La polizia, dopo l’annuncio del ritiro degli agenti antisommossa da parte del governo, quasi non si vede. Dove ci sono, gli agenti si tengono in disparte oppure cercano di dialogare con i manifestanti.

Ripercussioni anche sugli scambi finanziari. All’apertura la Borsa di Hong Kong ha perso l’1,18%. L’indice composito Hang Seng ha perso 278,90 punti attestandosi a quota 23.399,51.

L’occupazione delle strade di Hong Kong è stata innescata da una settimana di scioperi degli studenti, ai quali nella notte tra domenica e lunedì si sono aggiunti i gruppi democratici riuniti sotto la sigla di”Occupy Central”. La linea dura seguita dal capo del governo locale Chun-yung Leung, probabilmente ispirata da Pechino, e’ stata controproducente, inducendo migliaia di cittadini a schierarsi con i giovani. Lueng ha parlato la notte scorsa dagli schermi televisivi chiedendo ai cittadini di “mettere fine alle proteste illegali”. Oggi sembra sparito e molti dei giovani chiedono a viva voce le sue dimissioni.

Il governo di Pechino ultimo arbitro della vita politica nell’ex-colonia britannica tace, dove aver condannato le manifestazioni, sposando la tesi della loro “illegalita”’. I manifestanti chiedono che Pechino rimuova le limitazioni alle libere elezioni del 2017, quando per la prima volta il capo del governo locale sara’ eletto a suffraggio universale. Piu’ volte nei mesi scorsi i dirigenti cinesi, e in primo luogo il presidente Xi Jinping, hanno fatto capire di non essere disposti a concessioni. Oggi anche gli studenti che occupano le strade centrale di Hong Kong, un centro finanziario vitale per l’ economia cinese, sembrano poco disposti a compronessi. Il primo ottobre e’ l ‘anniversario della fondazione della Repubblica Popolare e sono previste cerimonie e celebrazioni ufficiali che difficilmente potranno avere uno svolgimento regolare se la situazione rimarra’ immutata.

Ansa,29/09/2014

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English version, The Conversation AU,click here: “The Umbrella Revolution in Hong Kong: a second Tiananmen?

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