I leader cinesi ammettono per la prima volta la grave crisi economica
La Conferenza su questioni economiche e del lavoro ha evidenziato la mancanza di soluzioni immediate. Promessi sussidi e sgravi fiscali per aumentare redditi e consumi, ma senza indicazioni concrete. Esperti: occorrono una strategia di lungo termine e riforme strutturali.
I leader hanno promesso di aumentare i redditi, espandere il consumo interno e ridistribuire la ricchezza tra le diverse regioni e tra residenti urbani e rurali, anche tramite una politica di imposizioni fiscali differenziate e sussidi. La priorità –dicono nel documento finale- è “mantenere stabile e relativamente veloce la crescita economica” e, con essa, salvaguardare l’occupazione: gli analisti ritengono che una crescita dell’8% sia sufficiente a creare 20 nuovi milioni di posti di lavoro annui.
Non ci sono indicazioni specifiche, ma esperti ritengono che non verrà meno il recente deprezzamento dello yuan (il maggior declino da 3 anni), inteso a favorire maggiori esportazioni, nonché ad attirare gli investimenti esteri che a novembre sono diminuiti del 36,52% rispetto a un anno prima.
Reazione negativa del mercato, che attendeva indicazioni precise: la borsa di Shanghai ha perso oggi il 2,2%.
L’esperto economico Ha Jiming commenta che per la prima volta “i leader vogliono avvertire la Nazione che c’è un fosco quadro economico”. “Appare difficile raggiungere questi obiettivi entro un anno o 2”.
Anche Tao Dong, economista capo del Credit Suisse a Hong Kong, ritiene che per affrontare la crisi “occorra una strategia di lungo termine”, ma anche “realizzare riforme strutturali”.
(Fonte AsiaNews)
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