Il governo cinese rappresenta sempre più una “minaccia globale per i diritti umani”, secondo l’ONG Human Rights Watch.

Nel suo rapporto annuale che esamina gli standard sui diritti umani in quasi 100 paesi, la ONG ha avvertito che il governo cinese sta effettuando un intenso attacco al sistema globale per non far rispettare i diritti umani.

Il rilascio del rapporto arriva dopo che il direttore esecutivo di HRW, Kenneth Roth,ha dichiarato che gli è stato negato l’ingresso a Hong Kong, senza alcun motivo fornito dalle autorità di immigrazione. Roth aveva pianificato di lanciare il rapporto in città scosso dalle proteste antigovernative di molti mesi.

HRW ha fatto eco alle preoccupazioni di lunga data sull’uso da parte della Cina di uno “stato di sorveglianza high-tech orwelliano” e di un sofisticato sistema di censura in Internet per catturare e sradicare le critiche pubbliche. Il rapporto indica anche la detenzione e l’intensa sorveglianza di centinaia di migliaia di musulmani uiguri nella lontana provincia occidentale dello Xinjiang.

Pechino ha affrontato una crescente pressione internazionale sulle sue repressioni nello Xinjiang, che hanno fatto luce su una massiccia rete di campi di rieducazione. Anche ex detenuti hanno riferito alla CNN di aver assistito ad abusi e tentativi di lavaggio del cervello ai prigionieri.

Pechino ha precedentemente negato le accuse di discriminazione etnica o religiosa nello Xinjiang, che ospita 10 milioni di musulmani.

Insiste sul fatto che i suoi vasti campi nella provincia sono centri di “formazione professionale”e “de-radicalizzazione”, dove le persone apprendono le competenze lavorative e sono quindi libere di andarsene.

Lo scorso anno il portavoce del Ministro degli Esteri cinese Geng Shuang ha dichiarato che”Alcuni media stanno cercando di sporcare gli sforzi della Cina contro il terrorismo e la de-radicalizzazione nello Xinjiang, accusando spregevolmente le questioni relative allo Xinjiang, ma i loro tentativi non avranno successo, la stabilità, la solidarietà etnica e l’armonia nello Xinjiang sono la migliore risposta a tale disinformazione”.

Oltre alla questione Xinjiang, HRW ha messo in guardia dalle “invadenze di massa” sulla privacy personale, inclusa la raccolta forzata di DNA e l’uso dell’intelligenza artificiale e dell’analisi della raccolta di dati in maniera estesa e approfondita “per affinare i suoi mezzi di controllo”.

Le tattiche di sorveglianza e censura ad alta tecnologia introdotte in precedenza nello Xinjiang sono state diffuse in altre parti del paese per il controllo di minoranze religiose - tra cui musulmani Hui e buddisti tibetani, che stanno subendo restrizioni simili a quelle messe in essere nello Xinjiang.

“Pechino ha a lungo represso la critica interna”, ha detto Roth in un comunicato stampa dopo che gli è stato impedito di entrare a Hong Kong. “Ora il governo cinese sta cercando di estendere tale censura al resto del mondo. Per proteggere il futuro di tutti, i governi devono agire insieme per resistere all’assalto di Pechino al sistema internazionale dei diritti umani”.

Durante una presentazione del rapporto alle Nazioni Unite martedì, il diplomatico cinese Xing Jisheng ha negato le accuse in esso contenute e ha accusato HRW di aver costruito tutto.

“Il rapporto è pieno di pregiudizi e invenzioni e ignora le informazioni sui fatti fornite dal mio governo. Rifiutiamo totalmente il contenuto di questo rapporto”, ha detto Xing. “Abbiamo fatto ogni sforzo per promuovere i diritti umani in Cina”.

Oltre a criticare la Cina per aver minato le protezioni internazionali sui diritti umani, HRW ha anche preso di mira i governi democratici e i leader mondiali per il loro “supporto tiepido e selettivo” per le leggi basilari sui diritti umani esistenti.

L’organizzazione ha criticato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che è stato ritenuto “più interessato ad abbracciare gli amici tiranni che a difendere i basilari diritti umani che infrangono”.

Ha anche puntato il dito contro l’Unione europea per la mancata adozione di una “forte voce comune” sui diritti umani, sia in Cina che nel resto del mondo, e ha osservato che è stata invece distratta dalla Brexit, dal nazionalismo e dalla migrazione.

Nel rapporto, la ONG chiede ai governi e alle istituzioni finanziarie di offrire alternative ai prestiti cinesi e agli aiuti allo sviluppo e alle università e alle aziende di promuovere codici e standard comuni per patteggiare con la Cina. Pechino è emersa come il principale offerente per gran parte dei paesi in via di sviluppo, oltre a estendere importanti investimenti commerciali e infrastrutturali attraverso il progetto Belt and Road del Presidente Xi Jinping.

Il rapporto esorta inoltre i leader a intraprendere un acceso sullo Xinjiang ,dove si trovano i centri di detenzione,presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Tale condanna internazionale è stata difficile da ottenere, tuttavia, in particolare tra i paesi musulmani. Da questi si attendeva una presa di posizione contro i crimini della Cina.

All’Assemblea generale delle Nazioni Unite alla fine di ottobre, 23 paesi, per lo più occidentali, si sono fatti avanti per rilasciare una dichiarazione ufficiale forte che critica i centri di detenzione dello Xinjiang di Pechino. In risposta, la Bielorussia ha rilasciato una dichiarazione affermando che 54 paesi erano a sostegno del sistema nel Xinjiang. Non tutti i firmatari sono stati rivelati, ma una dichiarazione simile a luglio includeva diversi paesi musulmani, come Arabia Saudita, Pakistan e Iran.

ani nella loro politica estera ora hanno leader, come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che non sono disposti a farlo”“Un terreno inospitale per i diritti umani sta aiutando l’attacco del governo cinese”, ha affermato l’organizzazione in una nota. “Un numero crescente di governi su cui in precedenza si poteva fare affidamento almeno in parte per promuovere i diritti um

Traduzione a cura di Arcipelago Laogai. in memoria di Harry Wu

Fonte: CNN,14/01/2020

English article:

China’s government poses a ‘global threat to human rights,’ report finds

Condividi:

Stampa questo articolo Stampa questo articolo
Condizioni di utilizzo - Terms of use
Potete liberamente stampare e far circolare tutti gli articoli pubblicati su LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, ma per favore citate la fonte.
Feel free to copy and share all article on LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, but please quote the source.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Internazionale.