Il Parlamento italiano condanna i crimini del PCC contro gli uiguri. Ma il testo si ferma all’uso della parola “genocidio” per descrivere ciò che la Cina sta facendo nello Xinjiang.
Il 26 maggio 2021 il Parlamento italiano ha votato all’unanimità per condannare le atrocità cinesi contro gli uiguri e altri popoli turchi, la maggior parte dei quali musulmani, nella regione autonoma uigura dello Xinjiang (XUAR), che i suoi abitanti non han chiamano Turkestan orientale.
Dopo un dibattito durato mesi, la Camera dei Rappresentanti ha approvato, senza alcun voto contrario, un testo unificato, condensando diverse delibere presentate dai parlamentari Paolo Formentini, Andrea Delmastro, Lia Quartapelle, Iolanda Di Stasio e Valentino Valentini, in rappresentanza di un ampio consenso bipartisan.
Il testo adotta un linguaggio forte, concentrandosi su pratiche illegali di controllo delle nascite, repressione della libertà religiosa, lavoro forzato, campi di internamento, detenzione arbitraria e massiccia sorveglianza digitale.
“Il parlamento italiano ha inviato un messaggio chiaro”, ha commentato Formentini, che è il vice presidente della Commissione Affari Esteri ed Europei della Camera dei Rappresentanti italiana ed è stato uno dei principali protagonisti della risoluzione. “Per quanto riguarda i diritti umani, l’Italia, che è parte integrante dell’Occidente, non si tirerà mai indietro”, ha detto. Personalmente, Formentini ha usato la parola “genocidio” per descrivere i crimini del PCC.
Il testo approvato cita le prove dei crimini della RPC portati avanti da istituzioni come le Nazioni Unite, Human Rights Watch e il Tribunale cinese, nonché personalità come il ministro degli Esteri francese Yves Le Drian e il presidente del Congresso mondiale degli uiguri, Dolkun Isa. Il 1 ° ottobre 2020 Isa aveva testimoniato davanti alla III Commissione della Camera dei Rappresentanti italiana, responsabile degli Affari esteri e dell’UE, e ha adottato il testo unificato sui crimini contro gli uiguri.
Il testo indica anche precedenti tra cui la decisione degli Stati Uniti del 3 dicembre 2020 di inibire l’importazione di cotone prodotto attraverso il lavoro forzato nello XUAR; la condanna della Cina da parte del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sia sotto l’amministrazione Trump che sotto l’amministrazione Biden, definendo “genocidio” la politica uigura della RPC; la mozione bipartisan della Camera dei Comuni britannica del 22 aprile 2021 che riconosce il genocidio uiguro; la risoluzione del 17 dicembre 2020 del Parlamento europeo di condannare il trattamento riservato dalla RPC agli uiguri e le sanzioni del Consiglio dell’Unione europea del 22 marzo 2021 contro i rappresentanti del PCC, sulla base di azioni simili sostenute da Stati Uniti, Canada e Regno Unito.
La mozione reagisce anche alle sanzioni della RPC nei confronti di cinque eurodeputati, 3 parlamentari di paesi UE, due accademici, quattro istituzioni europee e due centri di ricerca per aver denunciato i misfatti della RPC sui diritti umani.
La mozione adottata chiede al governo italiano di seguire con analoghe condanne del PRC a livello internazionale, prendendo sul serio le testimonianze dello XUAR e aiutando le vittime. Chiede inoltre il divieto del commercio di beni che possono essere collegati al lavoro forzato. E chiede alla RPC di consentire il libero accesso nello XUAR ai funzionari dell’UNHCR nonché agli osservatori indipendenti, ai ricercatori e ai parlamentari.
Nel testo, la parola “genocidio” compare tre volte: con riferimento all’accusa del Dipartimento di Stato delle Amministrazioni Trump e Biden sulla “natura genocida” dei crimini della RPC contro gli uiguri ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio del 1948. e al riconoscimento da parte del Parlamento del Regno Unito di un crimine così abominevole nello XUAR.
La mozione italiana, tuttavia, non usa il termine “genocidio” in sé e si ferma prima di chiedere un riconoscimento dei crimini del PCC nello XUAR come “genocidio”.
In effetti, diversi parlamentari erano contrari a definire ciò che la Cina sta facendo nello XUAR come “genocidio”, ed evitare la parola nel testo ha reso possibile la sua approvazione unanime. Forse possiamo considerarlo come un primo passo verso il riconoscimento da parte dell’Italia che i crimini del PCC sono, in effetti, un genocidio.
Traduzione e commento di Giuseppe Manes, Arcipelago laogai in memoria di Harry Wu
Fonte : Bitter Winter, 27/05/2021
Commento
Che l’Italia fosse un Paese poco libero nella sua Informazione lo si sapeva. Gli organi di stampa, poi, sono lo specchio di chi ci governa e il testo della risoluzione presentata dal Parlamento italiano ne è la prova. Il testo infatti è stato “ammorbidito” rispetto all’originale proposto dal Deputato Formentini, poiché alcuni parlamentari della sinistra italiana non hanno ritenuto opportuno parlare di “genocidio”, come se tale definizione debba appartenere solo ad un “tipo” di “sterminio”.
Gli orrori dei campi di concentramento cinesi nello Xingjang non vanno solo denunciati, ma anche trattati come un problema di tutti.
Francamente non si capisce il motivo per cui il ” Bel Paese” accolga i drammi di africani, russi, egiziani e si disinteressa delle violenze del totalitarismo cinese. Stupiscono non poco anche le parole del Pontefice che, davanti all’ennesimo giro di vite con arresti e violenze sui sacerdoti della “chiesa sotterranea” da parte del Partito Comunista Cinese, invece di condannare fermamente, esorti ad un semplice “recupero di unità” della Chiesa Cattolica in Cina.
Il concetto di “libertà” non dovrebbe essere negoziabile, ma preteso da tutti.
Articolo in inglese:
Italian Parliament Condemns CCP’s Crimes Against Uyghurs
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