Il Partito Comunista Cinese utilizza i terroristi uiguri per sfruttare il pregiudizio e reprimere la scomoda minoranza.
Quando nel 2010 la Cina ha assistito alla sostituzione di Lequan - Segretario del Partito nello Xinjiang - in favore di Zhang Chunxian , l’intera popolazione ha iniziato a riporre molta fiducia in un possibile cambiamento. Tuttavia, si rivelò un triste errore.
Nel 2012, infatti, Xi Jinping ha avviato una feroce e insensata campagna anti-terrorismo che ha portato a ondate di bombardamenti mortali nello Xinjiang, a raid contro gli uiguri e a importanti restrizioni della pratica islamica, nonché della cultura e della lingua uigura.
Solo qualche giorno fa, Zhang ha annunciato l’arresto di alcuni uiguri, accusati di essere militanti musulmani che si sarebbero uniti al gruppo terroristico ISIS.
Tuttavia, Rebiya Kadeer, leader del World Uyghur Congress, non crede a queste dichiarazioni ed è certa si tratti dell’ennesimo tentativo di eliminare lentamente i suoi simili: “ Se stanno affermando la verità, allora perché i media cinesi non ne hanno parlato per tanto tempo? Quindi io credo che il fatto sia falso o distorto”.
Zhang si è difeso dalle accuse sostenendo la necessità di omettere la notizia ai giornali per motivi di sicurezza nazionale.
Gli uiguri però non credono alle accuse fatte dal governo, specialmente se si considera che negli ultimi due anni la situazione nella regione è diventata sempre più critica e, secondo la Kadeer, il partito starebbe sfruttando le paure legate al terrorismo per distrarre la popolazione dall’incapace operato del governo.
Prosegue asserendo che è possibile che ci siano uiguri che hanno aderito alla causa dello Stato Islamico, così come è successo per diversi uomini in tutto il mondo, ma è una probabilità che non rappresenta affatto la maggior parte della popolazione.
La minoranza inoltre, sempre secondo la leader in esilio, non ha nulla a che fare con la resistenza attiva registratasi in questi anni contro la “colonizzazione e l’oppressione” cinese.
Conclude con due sconfortanti deduzioni: “Abbiamo la certezza che Zhang sia inutile a questo punto, perché nell’Est Turkestan le cose non sono migliorate neppure con un cambio del vertice” e “Non mi aspetto che Zhang o i rappresentanti dello Xinjiang dicano la verità perché Zhang è stano nominato ufficiale, non eletto”.
Ciò che non viene considerato dal governo è che iniziare a parlare del problema sarebbe produttivo non solo per i turcofoni, ma anche per la popolazione han, poiché le continue tensioni tra i due gruppi etnici stanno generando scontri che minano la sicurezza nazionale.
Data la tragica realtà, è indubbio che si stia facendo leva sulla discriminazione nei confronti della minoranza turcofona perché islamica, infatti, il partito tenta di sfruttare il pregiudizio nei confronti di questi per legittimare la loro progressiva eliminazione, in linea con le politiche di repressione attuate finora.
Tali azioni p dovuta al fatto che uiguri sono troppo legati alle religione quindi pericolosi perché distanti dall’unico vero credo: il partito comunista.
Ne consegue che il solo modo per un migliorare l’ambiente venutosi a creare, sia è un dialogo aperto e trasparente sui media nazionali, così da porre le basi per una risoluzione del problema nello Xinjiang.
Cecilia Cotogni,Laogai Research Foundation,13/03/2015
English article,Radio Free Asia:
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