Il Rispetto dei Diritti Umani in Cina è cresciuto dopo le Olimpiadi?
Human RIGHTS WATCH, una delle più autorevoli organizzazioni per la diifesa dei diritti umani, nel nuovo rapporto afferma “Il governo cinese non ha mantenuto la promessa di migliorare la situazione dei diritti umani in concomitanza con le Olimpiadi. In Cina i diritti e le libertà fondamentali non sono garantiti”. Il questo testo il direttore esecutivo Kenneth Roth bacchetta poi anche gli Stati Uniti, che con gli abusi e le torture sui prigionieri hanno perso la facoltà di criticare il mancato rispetto dei valori fondamentali da parte di altri paesi, e non risparmia certo la Cina, accostandola a quelle nazioni che ovunque ostacolano la tutela dei diritti umani, invocando i principi di sovranità, non interferenza e solidarietà tra le nazioni del Sud del mondo. Sostiene però che la Terra di Mezzo, tradizionalmente riluttante a criticare gli abusi altrui, avrebbe cambiato condotta. Ha fatto pressione sul Sudan, perché accettasse il principio di una presenza di forze di pace, e sulla Birmania, perché lasciasse entrare gli aiuti umanitari internazionali dopo il ciclone Nargis. Roth ammette, però, che in Cina permangono la “rieducazione attraverso il lavoro” (leggi lager) per chi chiede indennizzi più alti per le proprie case demolite, i giornalisti arrestati, la repressione in Tibet e nel Xinjang, la discriminazione verso i malati di aids, la persecuzione contro i Falun Gong, l’assenza di iniziative sindacali, la corruzione, l’uso politico della giustizia e la tortura.
Tuttavia, inzuccherando il composto, dice che la Cina assiste a significative conquiste nel rafforzamento delle istituzioni legali e ad una sostanziale diminuzione delle condanne a morte, per i veti della Corte Suprema alla pena capitale inaugurati nel 2007 e aggiunge che gli avvocati sono più liberi e il sangue più controllato. Sinceramente si fa gran fatica a prestar fede a queste ultime affermazioni, perché la vendita degli organi prelevati dai condannati a morte è un affare molto redditizio e in costante crescita. La Cina inoltre sbandiera sempre la diminuzione delle atrocità, specificando la percentuale del decremento, senza mai indicare la cifra da cui inizia il calcolo. Ad esempio: “Le condanne alla pena capitale diminuite del 30%”, può essere, ma quante erano all’inizio? E chi lo sa? Il numero è coperto da segreto di stato. Gli avvocati, intimiditi, malmenati o assenti dai processi, in che modo sarebbero più liberi? Per i controlli sugli emoderivati, che garanzia abbiamo se sono effettuati in un paese nel quale, al tempo della sars, invece di avvertire il mondo intero dello scoppio dell’epidemia, 700 alti papaveri del governo pensarono solo a fuggire in aereo verso le più salubri città rivierasche del sud?
La repubblica, 16 gennaio 2009
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