Il Vietnam come la Cina si accorge dopo 50 anni dei danni del controllo demografico
Per colpa della legge del 1963, simile a quella cinese, manca il ricambio generazionale. Il tasso di natività è sceso al di sotto di 2,1 figlio per donna. Il partito comunista sembra voler fare marcia indietro.
In Vietnam vige una politica di riduzione demografica che impedisce alle famiglie di superare il limite massimo di due figli per coppia. Il divieto, fatta eccezione per qualche apertura da parte del governo negli ultimi 50 anni, vige dal 1963 ma potrebbe essere presto definitivamente abolito. L’Ufficio generale per la pianificazione familiare della popolazione, infatti, ha inserito questa proposta in una legge che sarà discussa dal “Parlamento” durante il mese in cui si riunirà. Le famiglie, dunque, potranno avere quanti figli vogliono e nel momento che desiderano.
TROPPI POCHI FIGLI. Si crede che una politica familiare così dura sia stata introdotta a causa della media di figli per donna del tempo, pari a 6,8. Quel tasso in alcune zone è ora sceso a 1,68. Nonostante la sporadica apertura da parte del partito comunista vietnamita, che fra il 2003 e il 2009 permise alle famiglie di avere più di due figli a causa di un calo demografico preoccupante, la situazione è poi tornata come prima.
ANZIANI E PENSIONI. Il tasso di natività è sceso al di sotto della media di 2,1 figlio per donna, quella necessaria al ricambio generazionale, e il partito comunista comincia a pagarne le conseguenze. La popolazione, ad esempio, è sempre più scontenta visto che una magra pensione è garantita solo una volta raggiunti gli 80 anni di vita. Così, un terzo degli anziani è costretto a lavorare.
ABORTI. La politica dei due figli ha portato anche a un aumento vertiginoso dell’aborto, tanto che oltre il 40 per cento delle gravidanze in Vietnam si concludono con l’interruzione medica. Senza contare che le cifre ufficiali non tengono conto dei numerosi aborti clandestini delle donne non sposate. Steven Mosher, presidente del Population Research Institute, ha commentato la notizia così: «Speriamo che altri paesi asiatici, come la Cina, che restringono la fertilità con pianificazioni statali, seguano questo esempio. Sarebbe un passo importante nella direzione del rispetto dei diritti umani».
PAESI PER VECCHI. La decisione del Vietnam non deve stupire se è vero che persino un recente rapporto della Banca Mondiale ha affermato che, a causa del basso tasso di natalità unito al crescente benessere e longevità, il Sud-est asiatico sta invecchiando a un tasso di velocità maggiore rispetto a quello di ogni altra regione del mondo.
Tempi.it,12/06/2015
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