Import in corsa, triplicato il deficit di settembre
L’Italia continua a esportare bene, ancora meglio verso i paesi extra-Ue che diventano una destinazione aggregata sempre più importante nei primi nove mesi, ma non riesce a scrollarsi di dosso il disavanzo commerciale. Una ragione è storica, l’import energetico; l’altra, uno squilibrio crescente nell’interscambio con la Cina, rischia anch’essa di cronicizzarsi.
In settembre le nostre esportazioni sono cresciute su base annua del 16,4% a quasi 30 miliardi di euro, riferisce l’Istat, ma l’aumento ancora più marcato dell’import (+24% a oltre 33 miliardi) si è tradotto in un saldo negativo di 3,2 miliardi della bilancia commerciale, più del triplo rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Il flusso delle importazioni mostra un’accelerazione netta dai paesi extra-europei (+38%) rispetto a quella dei partner Ue (+18,3%). Sui primi nove mesi il deficit si attesta a 19,2 miliardi di euro, quasi cinque volte tanto i livelli del periodo gennaio-settembre 2009.
Al netto di petrolio e gas naturale il disavanzo si trasforma in un surplus di entità analoga, ma è interessante vedere a quanto ammonta - nello stesso periodo - il rosso italiano nei confronti della Cina: 14 miliardi di euro, oltre due terzi del deficit globale, e più del passivo registrato nei confronti dei paesi Opec (12 miliardi). Il problema con la Cina è che a fronte di un buon andamento delle nostre esportazioni (+47,7% settembre su settembre) le importazioni viaggiano a ritmo ancora più elevato: +67,3%.
Adolfo Urso, viceministro allo sviluppo economico con delega al commercio estero, nel giorno delle sue dimissioni dal governo si è comunque mostrato soddisfatto per l’andamento dei conti dell’export made in Italy: «La crescita del 14,3% registrata nei primi nove mesi dell’anno è uno dei dati migliori a livello europeo e compensa i due terzi di quello che abbiamo perso lo scorso anno», ha detto.
Assocamerestero ha evidenziato che l’Italia, nei primi nove mesi, si attesta dietro la Germania come secondo esportatore europeo per tasso di crescita delle vendite (+14,3% contro +18,5%) mentre la crescita di settembre su agosto, del 3%, è in linea con quella tedesca e nettamente superiore a quella della Francia, che nel mese registra una contrazione delle esportazioni di analoga misura. Il segretario generale di Assocamerestero, Gaetano Fausto Esposito, fa notare come le imprese italiane si stiano «progressivamente riposizionando nei paesi extra-europei». L’Italia, con il 42%, «registra una quota delle vendite in ambito extra-Ue superiore a quelle di Germania e Francia, ferme al 39,4 e al 39,6%». Quanto alla categorie merceologiche, i maggiori incrementi delle esportazioni nei primi nove mesi riguardano soprattutto coke e prodotti petroliferi raffinati, chimica, articoli farmaceutici, apparecchi elettronici e ottici, prodotti dell’agricoltura e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti. Confragricoltura ha voluto sottolineare il vero e proprio boom dell’export del settore, cresciuto a settembre, su base annua, del 23% e di quasi il 20% nel periodo gennaio-settembre.
I NUMERI
+16,4%
L’export
Nel mese di settembre 2010 le esportazioni aumentano del 16,4 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con andamenti più sostenuti sul mercato comunitario (più 19 per cento) rispetto a quello esterno all’Unione europea (più 12,8 per cento)
+23,9%
L’import
Le importazioni registrano un incremento superiore, pari al 23,9 per cento, derivante da una crescita del 31,8 per cento dei flussi dai paesi extra Ue e del 18,3 per cento dai paesi comunitari
3,2 miliardi
Il disavanzo
A settembre 2010 il disavanzo commerciale risulta pari a 3,2 miliardi di euro, un valore più che triplo (meno 1 miliardo di euro) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Fonte: Il Sole 24 Ore, 16 novembre 2010
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