In Cina ennesimo episodio di censura. Bloccati i siti dell’agenzia stampa Reuters
I siti internet dell’agenzia di stampa Reuters sono risultati oggi inaccessibili. I tentativi di accedere alle pagine web in inglese e cinese sono risultati vani.
E’ solo l’ultimo caso in cui l’accesso ai siti internet di media occidentali viene bloccato in Cina. Secondo quanto ha riferito Reuters, le difficoltà di accesso sono iniziate ieri sera.
Nella foto Tom Glocer, amministratore delegato di Thomson Reuters (The guardian.com)
Il Partito comunista cinese sovrintende a un ampio sistema di censura – soprannominato “Great Firewall” con un riferimento ironico alla Grande Muraglia (“Great Wall” in inglese) – che agisce aggressivamente sui contenuti considerati sensibili dal partito.
In Cina sono inaccessibili alcuni dei siti internet e dei social network più diffusi: da Facebook e Twitter a YouTube. Diverse testate occidentali – New York Times, Wall Street Journal, Bloomberg – hanno accusato Pechino di aver a volte bloccato i loro siti in Cina.
“La Reuters è impegnata a praticare nel mondo un giornalismo giusto e accurato” ha affermato una portavoce dell’agenzia di stampa. “Noi – ha aggiunto – riconosciamo la grande importanza delle notizie sulla Cina per tutti i nostri clienti e speriamo che i nostri siti siano riattivati in Cina presto”.
Askanews, 20 marzo 2015
English article,Reuters:
Articoli correlati:
Condividi:

Condizioni di utilizzo - Terms of use |
---|
Potete liberamente stampare e far circolare tutti gli articoli pubblicati su LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, ma per favore citate la fonte. |
Feel free to copy and share all article on LAOGAI RESEARCH FOUNDATION, but please quote the source. |
![]() Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Internazionale. |