Intendiamo “interferire con gli affari interni della Cina”
Signori ministri del Partito comunista cinese….
Perché gli “affari” che voi definite interni
sono anche affari nostri
di cittadini di un mondo
i cui destini
sono nelle mani
di tutti coloro che lo abitano
Sono anche nostri gli affari
che riguardano i cittadini cinesi
privati del diritto di esprimere i loro pensieri
e di professare i loro convincimenti religiosi
E di poterlo fare
alla luce del sole
e non imprigionati in lugubri prigioni
ed in celle di isolamento dove il freddo incolla i piedi al pavimento
in perenne attesa di una esecuzione
senza alcun diritto ad una tutela di legge
Sono affari nostri
Signor ministro della cosiddetta Giustizia
l’umiliazione inflitta
a donne che nelle prigioni cinesi
vengono umiliate
e stuprate ripetutamente,
specie se religiose,
da brutali secondini
e con strumenti di tortura
Sono affari nostri
Signor ministro degli Interni
se il diritto riconosciuto ad ogni uomo del pianeta
di far ritorno in patria
viene negato ai tanti esuli del popolo del Tibet
ora in possesso di invasori rapaci
e risoluti a distruggere
la loro cultura millenaria
Sono affari nostri
Signor ministro dell’Educazione
come di tutti i genitori del mondo
pretendere che i propri figli
ricevano una educazione
nella lingua dei padri
e non in quella del popolo oppressore
E sono affari nostri
Signor ministro dell’Ordine pubblico
come di tutti gli uomini liberi del mondo
il diritto di esporre la bandiera del proprio paese
e del proprio leader spirituale
senza essere imprigionati
per lunghi anni per “turbativa all’ordine sociale”
Sono affari nostri
Signor ministro dell’Economia
se alziamo una voce alta e forte
a difesa del diritto dei lavoratori cinesi
delle minoranze etniche
e delle migliaia di condannati ai lavori forzati
a non morire a migliaia ogni anno
per incidenti sul lavoro
senza alcuna difesa sindacale
Come é un affare nostro
Signor ministro dell’Industria
se come lavoratori del mondo
difendendiamo il nostro lavoro
dalla competizione ineguale
con lavoratori sfruttati
da uno sfrenato capitalismo di stato
Sono poi affari nostri
Signor ministro degli Esteri
le rivendicazioni di popoli oppressi
ed espropriati delle loro tradizioni, delle loro lingue, della loro religione
da un totalitarismo dal volto feroce
che vuole imporre la propria cultura ed il proprio dominio
Sono affari nostri
lo strazio di vedersi strappare dal ventre un bimbo
che quasi sta nascendo
per essere sacrificato alle leggi
della pianificazione di stato
Ed è assolutamente un affare nostro
Signor ministro della Sanità
come quello di un qualunque essere umano
gridare forte un BASTA immediato
al massiccio prelievo di organi
perpetrato negli ospedali militari
a spese di innocenti cultori di discipline spirituali
per integrare i tagli alla spesa sanitaria
quando la grande ricchezza del paese
viene asservita a deliri di dominio nel mondo
Sono affari anche nostri
Signor ministro della Guerra
la crescita mostruosa degli armamenti
nelle mani di una cricca politica imperialista
che irride ogni accordo internazionale
sul rispetto della sovranità di paesi indipendenti
e dei diritti dell’uomo
E sono affari nostri
Signor ministro dell’Informazione
la manipolazione delle notizie
la censura e la propaganda cui è condannato
il popolo cinese asservito da un regime totalitario
impermeabile ad ogni dissenso
Come sono affari molto nostri
Signor ministro all’Ambiente
le immissioni di gas combustibili
in un consumismo
non proporzionato
alla tutela dell’ambiente
Ed è sicuramente
un affare anche nostro
il diritto alla auto-determinazione del popolo tibetano
come di altri annessi militarmente
in totale disprezzo alle risoluzioni dell’ONU
di cui pure, per interessi di facciata, la Cina ha voluto far parte
Sono tutti affari molto nostri
Signor Primo ministro del Partito comunista cinese
Come nostro è il diritto
ed il dovere
di additare con forza
nell’attuale governo della Cina
una tremenda minaccia
al pianeta
ai suoi abitanti
alle leggi
che ne regolano la convivenza
ed il rispetto delle diverse culture
Ora che tacciono
i suoni e i fuochi d’artificio
dei grandi Giochi
già riaffiorano i gemiti
di chi marcisce nelle infami galere
senza alcuna difesa di legge
solo per aver gridato “libertà al mio popolo umiliato ed oppresso”
Romperanno la notte
le grida dei torturati
che invocano la morte
per sottrarsi alla incombente sofferenza
quando si rende insopportabile
Romperanno la operosa quiete del giorno
le grida
di chi nella piazza
e per le vie
alzerà ancora
alta la voce
perché si oda lontano
sino ai confini del mondo
per chiedere quella libertà
minima
e quel rispetto
minimo
che ad ogni essere umano
non può essere negato
Riccardo Zerbetto
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