Kim Jong-il in Cina per parlare di aiuti economici e nucleare
Il treno speciale con a bordo il leader nord-coreano Kim Jong-il è arrivato in Cina. Pechino è l’alleato più stretto di Pyongyang e il solo capace di influire sulle decisioni della dittatura comunista. È la quarta visita del “Caro leader” nordcoreano in Cina in 10 anni; l’ultima risale al gennaio 2006. Al centro dei colloqui con i vertici cinesi vi saranno aiuti economici e nucleare.
Fonti a Seoul e Pechino, citate dall’agenzia sud-coreana Yonhap News, riferiscono che questa mattina alle 5.20 ora locale, un treno speciale composto da 17 carrozze blindate ha varcato il confine sul fiume Yalu, fermandosi nella cittadina cinese di Dandong. “Kim [Jong-il] è arrivato verso le 5 di questa mattina” ha confermato un funzionario impiegato al “Ponte dell’amicizia”, un sito turistico che è anche zona di confine fra la Cina e la Corea del Nord. Il treno ora dovrebbe continuare la corsa verso Dalian, città portuale cinese teatro di una vigorosa crescita economica, per giungere infine a Pechino.
È il primo viaggio del “Caro leader” in Cina negli ultimi quattro anni. Il precedente risale al gennaio 2006. Pechino è il principale fornitore di cibo, energia, finanze e carburante della Corea del Nord ed è uno di pochissimi Paesi – se non l’unico – a influire sulle scelte della dittatura comunista. Analisti ed esperti di politica internazionale affermano che Pechino potrebbe esercitare pressioni sul Kim Jong-il perché torni ai negoziati a sei sul nucleare, ospitati al momento proprio dalla Cina. Sul piatto Pechino offre aiuti economici e cibo.
Il Ministero cinese degli esteri non conferma né smentisce la visita – la quarta dal 2000 – di Kim Jong-il in Cina. Il capo del regime del Nord viaggia sempre in treni super-blindati per il timore di attentati o attacchi in caso di spostamenti aerei. La visita del “Caro leader” in Cina giunge in un momento di alta tensione fra le due Coree in seguito all’affondamento della Cheonan, corvetta sudcoreana colata a picco il 26 marzo scorso nelle acque del Mar Giallo, facendo 46 vittime. Seoul punta il dito contro Pyongyang, ritenendolo responsabile dell’attacco.
Fonte: AsiaNews, 3 maggio 2010
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